Con le banche il governo ha fatto cilecca. Comprese quelle controllate dallo Stato, come il Monte dei Paschi di Siena, che si sono rifiutate tutte di versare un euro in più di tasse malgrado gli extraprofitti. Dunque sarà bene non farsi illusioni neppure con la Cassa Depositi e Prestiti, che ha approvato il bilancio 2023 con l’utile netto a un livello mai raggiunto in precedenza, pari a 3,1 miliardi di euro, in crescita del 23% rispetto ai 2,5 miliardi dello scorso anno.
Cassa Depositi e Prestiti fa utili a palate
Un risultato reso possibile anche dall’aumento del margine di interesse e dal maggior contributo delle società del gruppo in termini di dividendi. La Cdp amministrata dal draghiano Dario Scannapieco, insomma, pensa a fare soldi mentre lo scopo dell’Istituto dovrebbe essere quello di aiutare la crescita del Paese, che invece ristagna sullo zero virgola del Pil. In ogni caso, pur con i tassi alle stelle, la Cassa è riuscita a portare a casa un utile utile netto consolidato si solo 5 miliardi, in riduzione di 1,8 miliardi (-26%).
Tale variazione – si è giustificato lo stesso istituto di via Goito – è principalmente riconducibile all’effetto della valutazione a patrimonio netto di Eni. In ogni caso, nel biennio 2022-23 le risorse impegnate dal gruppo Cdp hanno raggiunto complessivamente i 50,7 miliardi, ovvero il 78% del target prefissato per il triennio e oltre gli obiettivi del Piano Strategico 2022-24. Gli investimenti attivati hanno superato il 100% del target triennale, attestandosi a 133,5 miliardi, un valore pari a 2,6 volte le risorse impegnate nel periodo.