“Il Pigneto non è spacciato”. è questo il nome dell’evento che moliterà domani (alle 19) i residenti del quartiere romano contro l’immobilismo delle istituzioni, ed in particolare contro quello del sindaco Roberto Gualtieri, rispetto all’ondata di criminalità che ha investito la Capitale. Omicidi, lotte tra clan e arresti non sembrano aver “svegliato” il primo cittadino della Capitale.
Domani i residenti in corteo contro la deriva criminale. Tra furti, scippi e traffico di droga al Pigneto la misura è colma
E proprio per questo i cittadini scenderanno in strada partendo dal Parco del Torrione attraversando via Giovanni Brancaleone, via Mariano Da Sarno, via del Pigneto, via L’Aquila, via Perugia e via Pesaro, in pratica tutte quelle strade che sempre più spesso sono teatro di scippi, spaccio e consumo di droghe a cielo aperto. A lanciare e organizzare l’appuntamento è stato il gruppo di quartiere “SalviAmo il Pigneto”, che da mesi denuncia alle autorità competenti (ma anche sui social) il degrado e lo stato di abbandono in cui sono costretti a vivere.
Come dimostra peraltro il blitz di ieri con gli ultimi arresti effettuati dai carabinieri del Comando provinciale di Roma, supportati dal Nucleo Carabinieri Cinofili di “Santa Maria di Galeria” che hanno eseguito un’ordinanza che dispone misure cautelari nei confronti di 15 persone, cittadini italiani, bengalesi, romeni e tunisini, emessa dal Gip capitolino su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Sono 12 le custodie cautelari in carcere, 3 quelle agli arresti domiciliari. Le accuse vanno, a vario titolo, dall’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana allaproduzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope.
L’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro ha consentito di raccogliere “gravi elementi indiziari in ordine all’esistenza di una struttura operativa di una stabile associazione criminale, principalmente costituita da cittadini italiani attivi nel traffico di stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana), che nel popolare quartiere di Torpignattara avevano costituito una fiorente piazza di spaccio, ben delineata per compiti e obiettivi, organizzata in vedette e controlli posti a supporto e difesa della zona e con una turnazione di soggetti dediti allo spaccio tali da garantire un flusso ininterrotto di illeciti affari che arrivava fino a Primavalle dove un grossista di origini pakistane, con contatti nel quartiere, riforniva il sodalizio con ingenti partite di hashish e marijuana, alcune delle quali sono state intercettate dai carabinieri.
In due differenti interventi, infatti, i militari sono riusciti a sequestrare un carico da 5 chilogrammi di hashish e un altro da più di 2 chilogrammi di marijuana. Le cessioni dello stupefacente venivano effettuate in base alle specifiche richieste del compratore, con appuntamenti presso la piazza di spaccio oppure direttamente con consegna all’indirizzo scelto dal cliente. Quest’ultimo, nel comunicare il suo ordinativo al pusher, poteva scegliere fra un vasto assortimento di prodotti, suddivisi in varie nomenclature e marchi corrispondenti alla differente qualità disponibili.
Un’operazione che non è sufficiente senza un sostegno concreto da parte delle istituzioni che ad oggi il governo di Gualtieri non ha saputo dare. Nella città di Roma non c’è solo il Pigneto ma sono oltre 100 le piazze di spaccio che lavorano h 24 con il sistema delle vedette attraverso organizzazioni militari modello Scampia. Nella sola Tor Bella Monaca ci sono 13 piazze di spaccio dove centinaia di adolescenti vendono droga perché nessuno lavora sulla prevenzione e su opportunità lavorative o di inclusione. I quartieri romani sono abbandonati nelle mani dei Clan.