Da un lato, Volodymyr Zelensky che presenta il suo piano di pace al presidente americano Joe Biden; dall’altro, Vladimir Putin che torna ad agitare la minaccia atomica contro l’Occidente e, nel frattempo, lancia un massiccio attacco su tutta l’Ucraina, incluse Kiev e Odessa. Insomma, dopo quasi tre anni di guerra, la pace sembra ancora lontana. Del resto, il progetto per la fine delle ostilità formulato da Zelensky e che lo stesso presidente definisce in realtà “piano di vittoria”, oltre a non entusiasmare la Russia, che ha già fatto sapere che sarà Mosca a decidere “come e quando chiudere il conflitto”, sembra non convincere nemmeno i leader degli Stati Uniti.
A rivelarlo è il Wall Street Journal, secondo cui l’amministrazione americana non è rimasta impressionata dal piano di pace presentato dal presidente ucraino, in quanto sembrerebbe “mancare di una strategia globale” e si concentrerebbe sostanzialmente “solo sulla fornitura di più armi e sull’allentamento delle restrizioni sui missili a lungo raggio”. Insomma, troppo poco, anche perché le forze russe stanno lentamente ma inesorabilmente ottenendo vittorie sul campo di battaglia. Tuttavia, Zelensky di certo non tornerà a mani vuote dal suo viaggio negli Stati Uniti.
Il presidente Biden, infatti, con un lungo comunicato ha annunciato un “aumento dell’assistenza all’Ucraina”, compresi quasi 8 miliardi di dollari in aiuti militari e nuove munizioni a lungo raggio, così da consentire all’Ucraina di “vincere questa guerra”. Nel documento, tuttavia, non si menziona il via libera a Kiev per utilizzare le armi a lungo raggio statunitensi per colpire la Russia. Secondo diversi esperti, questa omissione significa sia che l’ok non è ancora arrivato, sia che l’opzione rimane comunque sul tavolo di Biden.
Zelensky presenta il piano di pace ma non convince Biden: “Manca di una strategia globale”. Intanto Putin torna ad agitare la minaccia nucleare: “Pronti a tutto se attaccati”
Di fronte a dichiarazioni roboanti e al nuovo stanziamento di fondi per continuare a combattere, Putin non è rimasto a guardare. Da Mosca, infatti, hanno subito risposto augurandosi che gli Stati Uniti “siano abbastanza intelligenti” da non dare il consenso a Kiev per attacchi in profondità nel territorio russo con armi occidentali, altrimenti “le conseguenze saranno evidenti a tutti”. Ma non è tutto.
Poco dopo, lo zar è tornato ad agitare la minaccia atomica, spiegando che la Russia “si riserva il diritto di utilizzare armi nucleari durante un’aggressione, anche se il nemico, utilizzando armi convenzionali, crea una minaccia critica” per la Federazione Russa o anche per la Bielorussia. Proprio per questo, come spiegato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, Putin sta rivedendo la dottrina nucleare russa con un decreto che, salvo colpi di scena, diventerà realtà nei prossimi giorni.
L’annuncio ha suscitato la reazione del portavoce dell’Ue per la Politica estera, Peter Stano, secondo cui “non è la prima volta che Putin gioca a fare scommesse con il suo arsenale nucleare. È la prosecuzione di un comportamento irresponsabile e inaccettabile da parte sua, che mostra a tutto il mondo, soprattutto durante l’assemblea generale dell’Onu, il suo vero volto. Ovviamente respingiamo fortemente queste minacce, e la posizione dell’Ue non cambia”.
Il Pentagono vuole dare a Zelensky armi al fosforo bianco, ma Biden resiste
Proprio come l’Ue, anche il Pentagono sembra non credere alle minacce atomiche di Putin. A lasciarlo pensare è un’indiscrezione della rete NBC News, secondo cui alti funzionari del Pentagono sono tornati a chiedere a Biden di fornire munizioni al fosforo bianco a Zelensky, così da utilizzarle sul campo di battaglia.
Un’opzione che la Casa Bianca ha respinto, come già fatto in passato, perché queste micidiali munizioni incendiarie, sebbene non illegali e non classificate come armi chimiche ai sensi della Convenzione sulle armi chimiche, non riuscendo a distinguere tra obiettivi militari e civili, rischierebbero di causare la tanto temuta escalation del conflitto.