False fatturazioni e bancarotta sono reati ormai sulla bocca di tutti per via dell’inchiesta che ha coinvolto la famiglia Renzi. Così c’è chi solleva dubbi sul fatto che, in casi simili, sia normale l’arresto degli indagati e chi, come l’avvocato Marcello Melandri, codice penale alla mano, la pensa diversamente.
Bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. Sono reati che giustificano una misura cautelare o come qualcuno sostiene si tratta di un’esagerazione?
“Assolutamente si, non c’è nulla di strano. Tuttavia in questo momento storico, almeno per quanto riguarda la Procura di Roma dove per questi reati difficilmente viene chiesta la custodia cautelare dell’indagato, non è prassi. Ciò non toglie che il reato in sé sia gravissimo, basti pensare che la pena va da 3 a 10 anni e che se c’è l’aggravante può arrivare fino a 15 anni. Quindi il tipo di reato consente l’arresto anche se va detto che spesso manca l’esigenza cautelare perché di solito la contestazione avviene all’esito del fallimento, dopo che c’è stata la nomina di un curatore. E a quel punto l’imprenditore è già fuori dai giochi e dai circuiti bancari”.
Tali reati sono rari o se ne verificano molti?
“Sono reati più che comuni. Basti pensare che le bancarotte sono il reato che va di moda anche solo per il fatto che l’imprenditoria italiana è in crisi, le aziende falliscono e i tribunali fallimentari scoppiano. Certo ci sono bancarotte e bancarotte, ogni caso è a sé”.
Immagino conosca la vicenda dei coniugi Renzi, in quel caso la bancarotta risale al 2012 mentre le false fatture sarebbero state emesse fino al 2018. Anche in questo caso l’arresto è normale?
“Bisogna capire se contestano il reato di false fatturazioni e se queste hanno fatto fruttare anche un’imputazione in concorso in bancarotta, come mi pare di capire che sia successo in questo caso. Insomma non c’è nulla di cui stupirsi perché non è che sono stati arrestati per il furto di una mela. Poi va considerato che se il pubblico ministero ha chiesto una misura e un gip l’ha ritenuta valida, evidentemente il tipo di reato contestato la consente. Quindi perché stupirsi?”.
Tornando al reato di false fatturazioni, in cosa consiste e a cosa serve?
“È il reato più comune che viene commesso in Italia dagli imprenditori ma anche il più grave di tutta la normativa penal-tributaria. Non voglio esagerare ma le fanno quasi tutti perché permettono di pagare meno tasse infatti generi un costo che in realtà non hai mai sostenuto. Così l’utile, su cui si pagano le tasse, risulta abbassato artificiosamente. Si tratta di un reato che la legge punisce fino a 6 anni e di per sé non è gravissimo ma sta diventando di moda perché i controlli dell’autorità giudiziaria sono diventati più seri, anche grazie ai sistemi informatici dei finanzieri che riescono ad effettuare le dovute verifiche e a scoprire gli illeciti”.
Cosa rischia chi viene riconosciuto colpevole di tali reati?
“Allora per il reato di false fatturazioni, a norma di legge, si rischia una condanna da 1 a 6 anni. Se si abbina anche quello di bancarotta la pena potenziale sale fino a 12 anni ma pene di tale entità è difficile che vengano date. La pena edittale è altissima e c’è la discrezionalità del giudice, quindi si rischiano anche batoste, ma comunque dipende da caso a caso”.