Chi è già al doppio mandato non verrà ricandidato dai Cinque Stelle. Una scelta “che conferma la coerenza del Movimento. E si tratta dell’ennesima dimostrazione che siamo diversi da tutti gli altri partiti”. Una linea di demarcazione netta quella che distingue i pentastellati secondo Filippo Scerra, deputato M5S e vicepresidente del gruppo a Montecitorio. “Del resto – aggiunge il parlamentare – il limite del secondo mandato ha a che vedere col dna della nostra forza politica, ne rappresenta un valore fondamentale: noi siamo i portavoce dei cittadini nelle istituzioni”.
Com’era un tempo, insomma, secondo lei è ancora oggi.
Al centro per noi c’è sempre il cittadino, non il politico di professione. Ai cittadini quindi è chiaro ancora una volta che noi manteniamo le promesse. Al momento del voto sapranno che potranno scegliere tra chi non punta a rendere l’impegno delle istituzioni una vera e propria carriera ben remunerata e chi, invece, vede nelle poltrone della politica la sistemazione per sé e i propri amici.
Non c’è però il rischio che, con eletti sempre nuovi, si riparta sempre dall’inizio?
Assolutamente no, perché nel Movimento nessuno ha intenzione di disperdere le competenze e le conoscenze di chi ha raggiunto il limite dei mandati. E quando parlo di competenze e conoscenze mi riferisco sia a quelle più specialistiche, dovute magari a un impegno particolare su un tema profuso nel corso della legislatura, sia a quelle più ‘politiche’. Insomma, chi non si ricandiderà sarà comunque un protagonista della vita politica del Movimento, dando il suo apporto, ed evitando, così il rischio a cui lei accennava. Del resto, le reazioni che ho letto in queste ore degli amici che non potranno ricandidarsi sono un invito all’ottimismo: hanno tutti evidenziato la correttezza di quel principio e si sono detti pronti a dare una mano al Movimento, anche fuori dagli incarichi istituzionali. E anche per questo, oltre che per l’esempio che hanno dato in questi anni, meritano il nostro grazie.
Da una parte le destre, dall’altra una coalizione draghiana. Sembra proprio che agli altri partiti le tematiche sociali interessino poco.
Certa destra ha già dimostrato totale indifferenza nei confronti dei temi che riguardano la giustizia sociale, sposando un liberismo sfrenato. Hanno attaccato a testa bassa il reddito di cittadinanza, ad esempio, provando a speculare dal punto di vista elettorale, sulla pelle di tanti cittadini poveri. Quello che ci stupisce di più, oggi, però, è che forze che si definiscono di centrosinistra abbiano abbandonato queste questioni, dopo averne condivisa l’importanza anche con noi, in occasione del Conte II. Si sono piegati alla retorica della fantomatica ‘agenda Draghi’ di cui però nessuno conosce i contenuti. Il sospetto è che, di fronte alle esigenze reali e alle emergenze dei cittadini, si stia facendo un mero calcolo elettorale.
Vi accusano di essere inaffidabili. Al momento però se si guarda a destra non si capisce cosa pensino Forza Italia e Lega della questione russa che coinvolge la Lega; se si guarda a sinistra non si capisce chi sarà in coalizione col Pd. Predicano bene e razzolano male?
Sono convinto che in questa campagna elettorale ci sarà da divertirsi. Noi abbiamo un identikit preciso e proposte chiare e note da tempo: penso al salario minimo, alla difesa delle nostre misure come il Reddito di cittadinanza e il Superbonus, a una transizione ecologica vera e virtuosa, alla difesa della legalità. Sono curioso invece di vedere come faranno, ad esempio a sinistra – dove nel frattempo sbarcano pezzi di destra – a conciliare alcune visioni contrastanti. Le faccio qualche esempio: Calenda è a favore del nucleare, il Pd non mi sembra. Renzi ha raccolto le firme per abolire il Reddito di cittadinanza, ma il Pd lo ha difeso anche con noi al governo. Brunetta, che sembra avvicinarsi a quel centro che si alleerà col Pd, si era schierato contro il ddl Zan non considerandolo una priorità. Gelmini che ha appena aderito ad Azione era contro lo Ius soli. Come farà il Pd a fare campagna elettorale con loro?
Quanto spazio avranno candidati della società civile all’interno del Movimento?
Il Movimento si aprirà certamente alle forze civiche, alle associazioni, ai tanti italiani che portano avanti il Paese, senza curarsi troppo di ideologie e slogan. La nostra proposta politica è rivolta a loroai cittadini. E sarà la proposta politica “giusta”, contrapposta a quella di due schieramenti che si somigliano in modo imbarazzabte e che litigano e litigheranno ancora al loro interno.
C’è chi parla, tra gli altri di Michele Santoro. Cosa ne pensa?
Che non è il momento di parlare di nomi. Intanto stiamo sciogliendo un po’ di nodi. Nel Movimento è in corso un profondo rinnovamento che si basa sui nostri principi originari. Stiamo traducendo tutto questo in un programma che è già a buon punto, poi penseremo ai nomi.
Se dovesse fare un nome guardando alla società civile, chi le piacerebbe venisse candidato dal Movimento?
Come le dicevo, davvero non è questo il momento. E non mi sento di tirare per la giacchetta questa o quella personalità. So, però, che il Movimento è considerato molto attrattivo, proprio perché si distingue dalle marmellate dei cosiddetti ‘centrodestra’ e ‘centrosinistra’ e perché ha un’agenda chiara, non come la mitologica agenda Draghi…
Ultima domanda: il Movimento andrà da solo o c’è ancora margine per qualche alleanza? Magari con forze più vicine per temi a voi? Penso ai Verdi e a Sinistra Italiana…
Noi comprendiamo le difficoltà degli amici di Sinistra italiana e dei Verdi e anche il loro timore di fronte alla possibilità che nello schieramento del cosiddetto ‘centrosinistra’ possano trovare spazio forze politiche e leader che rappresentano politiche distanti da loro. Del resto, non credo sia esaltante, per loro, vedere avvicinarsi al loro campo d’azione ex dirigenti di Forza Italia… Noi siamo pronti a condividere un pezzo di strada con chiunque abbia a cuore i nostri tem a cominciare dalla giustizia sociale e dalla transizione ecologica.