Alla fine sul Superbonus aveva ragione Giuseppe Conte. E non a caso è stata trovata la quadra, esattamente come chiedeva il Movimento cinque stelle, per sbloccare i crediti alle migliaia di aziende rimaste con l’acqua alla gola. Ecco perché “le scuse sarebbero un atto di onestà intellettuale”, spiega Michele Gubitosa, vicepresidente M5S e candidato alla Camera alle prossime politiche (collegio uninominale di Avellino e capolista nel collegio plurinominale Campania 2). “Credo proprio però che queste scuse non arriveranno mai”.
Neanche da Letta?
I comportamenti del segretario del Pd Enrico Letta nei confronti del Movimento cinque stelle sono sempre più incomprensibili. La norma da noi proposta sblocca i crediti del Superbonus dando ossigeno a 30-40 mila imprese che avevano avuto la sola colpa di aver investito sulla base di un provvedimento dello Stato. La nostra battaglia è stata una battaglia di giustizia che restituisce credibilità alle istituzioni. Dovrebbe ringraziarci e invece accusa. Ormai non lo capisce più nessuno.
Il decreto Auti bis è stato sbloccato. Però ieri Conte ha detto che Draghi avrebbe potuto fare di più in Europa. In che senso?
Draghi ha temporeggiato troppo. Già a febbraio Giuseppe Conte aveva lanciato l’allarme bollette, avanzando l’ipotesi di un Energy Recovery fund. Insomma, era chiaro che il problema andava risolto in Europa, anche attraverso l’altra proposta da noi caldeggiata da diversi mesi, cioè il tetto al prezzo del gas. Siamo a settembre e il governo non ha ancora fatto nulla di significativo in questo senso. E ora imprese e famiglie rischiano un autunno drammatico.
Mi faccia fare la parte del diavolo: perché però dirlo solo ora e non a tempo debito?
Come le dicevo, noi questo pericolo lo abbiamo segnalato diverso tempo fa. Basta recuperare la stampa di quei giorni. Avevamo a più riprese chiesto anche uno scostamento di bilancio per aiutare nell’immediato imprese e famiglie. Ma per gli altri, le priorità erano diverse, cioè altri miliardi per le armi.
Stando ai sondaggi il Movimento sta recuperando il suo gradimento, specie al Sud. Tutto merito, come dicono in tanti, del Reddito di cittadinanza o c’è dell’altro?
Una premessa è d’obbligo. Non mi ero mai depresso quando i sondaggi ci davano in calo repentino, né mi esalto oggi che i numeri parlano di una nettissima crescita dei consensi nei nostri confronti. Io guardo altro. Guardo ad esempio alle piazze e alle strade che accolgono il presidente Conte, al Nord come al Sud, guardo all’entusiasmo ritrovato tra i nostri militanti, tra la gente. Il motivo secondo me è molto chiaro: il Movimento viene visto, oggi, come la forza politica che esprime la proposta politica più coerente e credibile. E nel farlo, è completamente libero da condizionamenti e alleanze contro natura. Devo dire, poi, che certamente la nostra è una agenda progressista, che guarda con grande attenzione alla questione sociale attraverso non solo il Reddito di cittadinanza, ma anche attraverso la nostra proposta di salario minimo, uno strumento non più differibile. Immagino che nelle zone del Sud, dove il disagio economico e sociale è più forte che al Nord questi temi possano essere maggiormente sentiti.
Sul tema energetico il Movimento è l’unico a proporre soluzioni interamente green e non “nucleare pulito” ad esempio. Su questo ci sarebbe stata vicinanza teoricamente con Verdi e Sinistra. Perché crede abbiano preferito un’alleanza col Pd?
Per come la vedo io, è ancora meno comprensibile su come avessero preferito un’alleanza persino con Calenda, Gelmini e Carfagna, prima che lo stesso Calenda li abbandonasse per seguire il suo ‘gemello diverso’ Renzi. Non li capisco. L’unica spiegazione che mi do riguarda i calcoli elettorali e forse qualche garanzia in termini di collegi che il Pd può avere proposto ai loro esponenti. È una occasione persa, ma pazienza. Il Movimento, quando si trova a combattere da solo contro tutti, dà sempre il meglio di sé. E sta accadendo anche questa volta.
Al di là di come andrà sia Orlando e ora anche Letta hanno aperto alla possibilità di dialogare con voi dopo le elezioni. È un’ipotesi sul piatto?
Per noi no. Bisogna essere chiari con i cittadini ed evitare giochetti. Il segretario del Partito democratico si è assunto la responsabilità politica e per certi versi storica, di rompere una alleanza col Movimento cinque stelle che stava portando a buoni risultati. Lo ha fatto sull’altare di una ‘agenda Draghi’ di cui nessuno ha mai compreso il contenuto, per poi allearsi con chi ha votato contro la fiducia a Draghi per 55 volte. Quindi non si aspettino da noi aperture, perché con questa dirigenza dalle idee confuse, che ha offeso il Movimento, mettendo il Paese nelle mani della destra, noi non possiamo dialogare.
Crede che qualcuno si stia mangiando le mani per le scelte fatte con le alleanze?
Credo di sì. Tantissimi cittadini avevano creduto a un fronte progressista in grado di contrapporsi a una destra reazionaria che propone le solite belle e le solite facce. Questa gente è stata tradita dalla dirigenza del Pd anche sui programmi, visto che i Dem da tempo sposano temi che piacciono storicamente ad altre aree politiche, a cominciare dall’amore per l’inceneritore di Roma. Questi elettori meritano di più. Molti di loro stanno già capendo che a difesa di alcuni principi siamo rimasti solo noi. E noi non li tradiremo.