Altro che energia rinnovabile, l’obiettivo dichiarato è quello di puntare a tutta forza sul nucleare di nuova generazione come fonte energetica per il futuro. Una presa di posizione inequivocabile, arrivata dal Partito democratico in Parlamento, messa nero su bianco in un atto presentato in commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera.
Il Pd vuole puntare a tutta forza sul nucleare di nuova generazione
Sarà stata musica per le orecchie del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, grande fan della tecnologia atomica, elogiata in ogni occasione utile. Tanto che, accogliendo le affermazioni dei parlamentari, il Mite ha lasciato una porta aperta.
A firmare l’interrogazione è stato il deputato del Pd, Gianluca Benamati, a cui si sono aggiunti due suoi colleghi, Gavino Manca e Serse Soverini. Nel dettaglio il trio dem ha chiesto al numero uno del Ministero quali siano le intenzioni “sul sostegno a programmi di ricerca e sviluppo dei sistemi del nuovo nucleare” perché “consentirebbero al Paese di mantenere una posizione di avanguardia nel settore e partecipare come protagonista industriale allo sviluppo mondiale di una grande filiera energetica del futuro”.
Non una semplice domanda, ma un vero invito a perseguire questa strada. Ed è una sostanziale smentita alle parole pronunciate dal segretario del Pd, Enrico Letta, che qualche mese fa si era schierato contro all’ipotesi di inserire il nucleare nella tassonomia verde dell’Unione europea (le fonti di energia su cui Bruxelles investirà per il superamento delle fonti fossili).
Insomma, da un lato il leader dice una cosa, dall’altro i deputati fanno altro, andando nella direzione opposta. Certo, nell’atto sottoscritto da Benamati c’è la consapevolezza che è “assai poco credibile il ricorso in tempi brevi alla fonte nucleare per l’Italia”. Ma il deputato del Pd non demorde. Così traveste l’iniziativa pro-nucleare come una mera opportunità industriale.
“L’abbandono degli idrocarburi renderà a livello mondiale le Fer e la fusione due fonti di grandissimo interesse nel portafoglio energetico mondiale ed europeo” si legge nell’atto. E ancora: “Dal 2040 alla metà del secolo, il nucleare non sarà la più prosecuzione di quello odierno, ma presenterà nuove possibilità con gli Small Modular Reactor, i reattori di quarta Generazione e i reattori a fusione; su queste tecnologie l’Italia ha oggi un ruolo di primo piano, con grandi competenze maturate dagli enti di ricerca e dall’industria nazionale, e con progettazione e sviluppo della quarta Generazione a fissione nella versione refrigerata a piombo di questi reattori”. Un capolavoro Made in Italy.
Insomma, un sollecito a credere in questo settore. Anche perché sarebbe singolare supportare piani di investimento sul nucleare di nuova generazione, limitandosi a “vendere” le competenze, senza utilizzarle in casa. Tant’è che sottosegretaria alla Transizione ecologica, Vannia Gava (Lega), ha dato una risposta con una frase sibillina: “Si ritiene opportuno continuare a seguire e a sostenere questi sviluppi sul fronte della ricerca, al fine di mantenere ed incrementare il livello di competenze finora sviluppate, anche nell’ambito di una strategia energetica che punta a diversificare le fonti e a garantire la nostra sicurezza energetica”.
Per la serie: miglioriamo la ricerca e vediamo. Magari possiamo reintrodurre il nucleare anche in Italia. Con tanto saluti ai due referendum che lo hanno bocciato.