Tirna aria di smobilitazione alla Pisana. Con i sondaggi che danno il Centrodestra in vantaggio nella corsa delle Regionali, a cercare di abbandonare il suo incarico, secondo quanto apprende La Notizia, è Massimo Annicchiarico, uno dei pezzi da novanta della sanità laziale che ha ricoperto un ruolo chiave durante la pandemia di direttore generale Salute e Integrazione sociosanitaria della Regione dopo le dimissioni di Renato Botti.
Annichiarico ha partecipato al bando del Veneto per ricoprire l’incarico di direttore generale alla Sanità e al Sociale della giunta guidata dal governatore Luca Zaia.
Si salvi chi può
Nonostante il contratto di Annichiarico sarebbe scaduto nel 2026, l’eventuale nuova componente politica laziale, secondo i rumors che arrivano dalla Regione, lo avrebbe indotto a lasciare l’incarico per ricollocarsi altrove. Insomma meglio Luca Zaia che Francesco Rocca.
Un manager, Annichiarico, che vanta una lunga esperienza presso le Asl di Bologna e Modena dove è stato però fortemente criticato dall’opinione pubblica per la chiusura del punto nascite di Pavullo. Dall’Emilia Romagna è poi approdato a Roma al San Giovanni Addolorata di Roma fino ad arrivare con nomina fiduciaria di Nicola Zingaretti alla direzione della sanità regionale.
Nomine quelle della sanità che spesso sono di natura politica e non reggono ai cambi di Governo. Con la “fuga” di Annichiarico resta scoperto un posto ambito e da circa 155mila euro l’anno. Ma mentre dalla coalizione di centrosinistra si corre ai ripari cercando di tamponare le perdite di incarichi, il centrodestra sicuro della vittoria in tasca offre presidenze.
Infatti L’avvocato Francesco Rocca candidato delle destre avrebbe cercato Flavio Ronzi ex segretario generale della Croce Rossa Italiana e suo uomo di fiducia per proporgli di diventare presidente della Cri al suo posto. Ronzi oggi presidente della Federambulanze si sarebbe dimesso dalla Cri proprio per delle incomprensioni sulla gestione dell’ente con Francesco Rocca ma contattato ha smentito entrambe le voci.
Lo stesso Rocca, a maggio del 2017, avrebbe a sua volta smentito un “accordo” tra i dem e la Cri, per trasformare i circoli del partito democratico in un “hub del volontariato” che avrebbe visto il segretario generale della Croce Rossa, Flavio Ronzi, protagonista della firma sul trattato che Rocca e il consiglio direttivo s’erano affrettati a smentire.
Ronzi si è dimesso due mesi dopo a luglio del 2017. Insomma ad un mese delle elezioni il valzer delle poltrone è già iniziato con la largo anticipo e il vantaggio di Francesco Rocca e del centrodestra, a meno di un mese dalle elezioni regionali, sarebbe ancora consistente.
L’ultimo sondaggio
Questo almeno è quello emerge da un ultimo sondaggio elaborato da Tecnè per l’agenzia Dire. La rilevazione è stata condotta lo scorso 16 gennaio su un campione di mille persone (da rilevare che 5.912 hanno rifiutato l’intervista e sono state sostituite).
Tra coloro che hanno risposto, soltanto il 58 per cento ha dichiarato il proprio voto, mentre il 42 per cento si è dichiarato incerto o propenso a non votare. Questo è il segno che, comunque, la quota di elettori ancora indecisi sul da farsi è ancora molto alta e la partita è ancora aperta. Il 46 per cento degli intervistati voterebbe per Francesco Rocca, il 35 per cento per Alessio D’Amato.
La candidata del Movimento 5 Stelle, Donatella Bianchi, si fermerebbe al 16 per cento. Il 3 per cento degli intervistati ha espresso preferenze per altri candidati. Quel che è certo è che le grandi manovre per le poltrone che contano, dietro le quinte delle urne, sono già partite.