Il Papa a L’Aquila ha celebrato la 728esima Perdonanza celestiniana: in questa circostanza, ha confortato i familiari delle vittime del sisma del 2009, sottolineandone la resilienza e la capacità di rinascere da dolore.
Il Papa a L’Aquila per la Perdonanza celestiniana
Con il bastone d’ulivo del Getsemani che gli è stato consegnato dal sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi, Papa Francesco ha battuto tre colpi per poi aprire la Porta Santa alle 11:28 di domenica 28 agosto per celebrare la 728esima Perdonanza celestiniana.
Durante l’omelia della messa celebrata dinanzi alla basilica di Collemaggio del capoluogo abruzzese, il Pontefice ha espresso l’augurio che “sia un tempio del perdono, non solo una volta all’anno, ma sempre, tutti i giorni. È così, infatti, che si costruisce la pace, attraverso il perdono ricevuto e donato – e ha aggiunto –. L’Aquila, da secoli, mantiene vivo il dono che proprio Papa Celestino V le ha lasciato. È il privilegio di ricordare a tutti che con la misericordia, e solo con essa, la vita di ogni uomo e di ogni donna può essere vissuta con gioia. L’Aquila sia davvero capitale di perdono“.
Il messaggio ai familiari delle vittime del sisma: “La rinascita è un dono. Fate tesoro della sofferenza”
Il Papa a L’Aquila, poi, si è focalizzato sulla ricostruzione post terremoto, invocando “collaborazione”, “sinergia” e “un impegno lungimirante perché stiamo lavorando per i figli, per i nipoti, per il futuro”. E ha ribadito che serve l’impegno di “tutti, tutti insieme, sottolineare questo, tutti insieme”. “A tutti rinnovo il mio saluto e benedico di cuore voi, le vostre famiglie e l’intera cittadinanza. Jemonnanzi! (‘Andiamo avanti’)”, ha detto agli aquilani.
Il Santo Padre, durante l’incontro con i familiari delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009, poi, ha manifestato vicinanza e ha posto l’accento sulla capacità dei cittadini toccati dalla tragedia di rialzarsi: “Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente. Radicato nella vostra tradizione cristiana e civica, ha consentito di reggere l’urto del sisma e di avviare subito il lavoro coraggioso e paziente di ricostruzione. C’era tutto da ricostruire: le case, le scuole, le chiese. Ma, voi lo sapete bene, questo si fa insieme alla ricostruzione spirituale, culturale e sociale della comunità civica e di quella ecclesiale. La rinascita personale e collettiva è dono della Grazia ed è anche frutto dell’impegno di ciascuno e di tutti”.
Prima di salire in sedia a rotelle e concludere il suo intervento, Papa Francesco ha chiesto una “attenzione particolare” per le chiese nel contesto della ricostruzione post-terremoto. “Sono patrimonio della comunità, non solo in senso storico e culturale, anche in senso identitario. Quelle pietre sono impregnate della fede e dei valori del popolo; e i templi sono anche luoghi propulsivi della sua vita, della sua speranza”, ha sottolineato.
Il sindaco Biondi sulla visita del Papa a L’Aquila
La visita del Pontefice è stata commentata dal sindaco di L’Aquila, Pierluigi Biondi, che ha dichiarato: “La città dell’Aquila è grata e riconoscente al Santo Padre per l’enorme testimonianza di vicinanza e sostegno tributati alla comunità con la sua presenza in occasione della tradizione più antica e sentita dalla comunità. Un onore e una grande emozione poter accoglierlo e assistere, per la prima volta, all’apertura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio da parte di un pontefice. Un gesto che universalizza il messaggio di pace e riconciliazione tra i popoli ereditato da Papa Celestino V e la valenza della Perdonanza Celestiniana, dal 2019 iscritta quale patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco”.