Ieri il flash mob del M5S davanti a Palazzo Chigi. Il presidente Giuseppe Conte e un gruppo di dirigenti e di parlamentari Cinque stelle hanno mostrato uno striscione con scritto “L’Italia è in bolletta! Meloni dove sei?”.
Michele Gubitosa, deputato e vicepresidente del M5S, ci spiega le ragioni di questo flash mob?
“La ragione è solo una ed è molto semplice: l’Italia è in bolletta e il governo Meloni è incapace di aiutare il Paese. I cittadini si trovano davanti a una crisi senza precedenti, faticano ad arrivare a fine mese perché si trovano a dover pagare bollette con costi folli e penso soprattutto alle famiglie in difficoltà economiche o a quei pensionati che sono stati presi in giro dalle promesse totalmente disattese di aumento, quando le uniche cifre che crescono sono quelle dei conti da pagare. E non va meglio alle nostre imprese, che lottano ogni giorno contro un caro-energia che solo a loro costerà 10 miliardi. E il governo cosa fa? Si limita a elencare promesse declinandole al futuro: ‘vedremo, faremo, agiremo’. Ma mentre aspettiamo, il Paese affonda”.
Il flash mob arriva il giorno dopo la proposta di Conte di una grande mobilitazione contro il governo Meloni. Perché volete scendere in piazza?
“A furia di strizzare l’occhio ai no vax per attaccare l’opposizione sulla gestione della pandemia, il governo Meloni ha riportato il nostro Paese ai tempi del Covid: siamo arrivati a ventitré mesi consecutivi di calo della produzione industriale, la crescita è sempre ferma a numeri da prefisso telefonico, famiglie e imprese devono fare sacrifici per pagare le bollette e difendersi dal caro-energia. Ma vogliamo anche opporci a una Commissione europea che ha il coraggio di scorporare le spese militari, invece di agire su quelle davvero utili alle persone. Per tutti questi motivi, crediamo che sia ora di riportare in piazza i cittadini, tutti coloro che sono stufi delle vuote promesse del governo, delle bugie di Meloni e dei suoi record da barzelletta, delle prese per i fondelli dei pensionati che si sono visti aumentare le minime di meno di due euro, della truffa del cuneo fiscale che ha tolto soldi in busta paga ai lavoratori. Di fronte a tutto questo non possiamo restare a guardare un governo che pensa solo ad aumentare gli stipendi dei ministri o a difendere evasori, banche e poteri forti”.
Vi fa piacere che il Pd e Avs abbiano aperto alla proposta e siano pronti ad accodarsi?
“Certamente. Ricordo però che, come ha detto anche il Presidente Conte, i nostri più grandi alleati sono i cittadini italiani, che proprio come noi non sono pronti a rassegnarsi di fronte a un Paese che viaggia spedito verso il disastro”.
“Ci accusano di aiutare gli evasori, di allentare maglie del fisco, persino di nascondere dei condoni immaginari. Sono tutte bugie”, ha detto la premier. Eppure a noi risulta che il governo abbia varato più di venti condoni.
“È un po’ come il bue che dà del cornuto all’asino, Meloni accusa gli altri di mentire per coprire le sue bugie. Si tratta dell’ennesimo capitolo del grande romanzo firmato Meloni, nel quale si premia chi non rispetta le regole e si prendono invece in giro i cittadini onesti, quelli che rispettano le leggi. E continuare a riproporre l’ennesima rottamazione, senza lo straccio di una visione di politica fiscale, non risolve nemmeno il problema di chi non è riuscito a mettersi in regola perché ha difficoltà di altra natura, che siano legate alle sue condizioni economiche o alla produttività e alla competitività della sua impresa”.
Peraltro, l’ultimo condono, ovvero il concordato preventivo è stato una sorta di flop. E nel 2024 gli incassi da misure straordinarie riferiti all’Agenzia delle Entrate, ovvero rottamazione delle cartelle e pagamenti residui derivanti dalla definizione delle liti pendenti e dalla vecchia pace fiscale, ammontano a 3,5 miliardi, con una flessione di oltre il 30% rispetto al 2023.
“Noi lo diciamo ormai da oltre due anni: il concordato preventivo fiscale non può funzionare. Sapevamo perfettamente che si sarebbe rivelato un gigantesco fallimento. Fa rabbia pensare che è stato usato come pretesto per promettere il taglio dell’Irpef al ceto medio. Ovviamente, un’altra cosa che non è mai successa, perché sappiamo bene che fine fanno le promesse di questo governo, e intanto oggi il ceto medio italiano è diventato il ‘ceto morto’. Adesso, è francamente imbarazzante ascoltare le scuse della destra. La dura realtà è che se oggi il Paese naviga verso la fine del Titanic è anche perché il governo Meloni ha saputo solo fare annunci vuoti e sterile propaganda”.
La Lega spinge per una nuova rottamazione e FI frena.
“Le divisioni sono evidenti e ci chiediamo come si possano portare avanti misure così incoerenti tra loro e disorganiche come quelle proposte dai vari partiti che compongono la maggioranza. La verità, di nuovo, è che questa destra è incapace di immaginare e mettere in atto una politica fiscale che sostiene gli investimenti e la crescita. Credo che sia inaccettabile continuare a vendere fumo al Paese, promettendo meravigliose riforme fiscali e finendo invece per disporre solo i soliti condoni, i soliti concordati, le solite rottamazioni. Il governo, sul fisco, brancola nel buio, mentre si rimangia tutte le promesse su fantomatiche semplificazioni e riduzioni delle tasse”.
Che ne pensa della proposta di Ursula von der Leyen di scorporare le spese per la Difesa dal Patto di stabilità?
“Credo sia un’autentica follia, in questo contesto in cui i cittadini europei fanno fatica ad arrivare a fine mese, in cui i costi stritolano le imprese del Continente, continuare a soffiare sul fuoco dei conflitti in atto per cercare di aumentare le spese in armamenti. Il Presidente Conte, spendendosi in un’estenuante trattativa in Europa, ha portato a casa 209 miliardi da spendere per la nostra sanità, per l’istruzione, per la tutela dell’ambiente, per l’innovazione. Ora, con il cruciale ruolo di leadership internazionale di Meloni, ci troveremo invece ad affrontare un’economia di guerra, nella quale i cittadini, già in difficoltà, saranno chiamati a stringere ulteriormente la cinghia per ingrassare qualche signore della guerra”.