Il Consiglio dei ministri, per mettere una toppa ai decreti Sicurezza, ha approvato la modifica dei provvedimenti bandiera della Lega, voluti dall’ex ministro dell’Interno e leader del Carroccio, Matteo Salvini tra il 2018 e 2019, che avevano modificato profondamente le norme sull’accoglienza dei richiedenti asilo, quelle sul soccorso in mare, sulla cittadinanza e sull’asilo in Italia. Checché ne pensi il Capitano, non si può dire che abbiano riscosso successo. L’impostazione politica del provvedimento era chiara fin da subito e molti dei suoi effetti erano facilmente prevedibili. Ma il decreto sicurezza ha fallito anche da un punto di vista strettamente pratico. Secondo il report della fondazione Openpolis circa un terzo delle Prefetture italiane ha avuto problemi ad assegnare i posti in accoglienza.
CARTA CANTA. Analizzando i dati della Banca dati dei contratti pubblici (Bdncp) di Anac si evidenzia come lo scorso anno 11 Prefetture abbiano proposto più di una volta lo stesso tipo di bando sottolineando le difficoltà degli uffici territoriali del governo ad assegnare i posti in accoglienza. Ad oggi il dato è salito a 34, ovvero circa un terzo delle Prefetture italiane. Anche il tema dei grandi centri, conseguenza diretta di questo approccio, si rivela un problema di salute pubblica. Sono diventati, infatti, luoghi ad alto rischio di contagio da coronavirus. Ciò che sembra, inoltre, essere assente è un coordinamento e un piano strutturato per la primissima accoglienza e per il passaggio sicuro ad altre strutture, che certo non si realizza con le “navi quarantena”.
Tra gli elementi migliorativi sono state modificate in maniera radicale le parti sull’accoglienza, con il ripristino di una forma di protezione umanitaria e del sistema di accoglienza diffuso, mentre su altri punti come il soccorso in mare è rimasto in piedi l’impianto del decreto Salvini, anche se il principio della criminalizzazione del soccorso in mare è stato di fatto reso inefficace. Nei suoi rilievi al decreto, il capo dello stato Sergio Mattarella aveva chiesto di diminuire le ammende, rendendole proporzionali alla violazione, ma le modifiche sono andate oltre i rilievi del presidente, perché hanno reso il procedimento penale e non solo amministrativo. La questione immigrazione è certamente un tema caldo in questi giorni anche a fronte dei recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto la Francia.
PATRIOT ACT. “Il terrorista di Nizza era sbarcato a Lampedusa, gli attentatori austriaci hanno agito per uccidere. Ad accomunare queste bestie è l’odio verso la nostra società”. Non ci gira intorno il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: “l’Unione europea deve alzare i suoi livelli di sicurezza, ma deve farlo anche il nostro Paese”. Del resto, spiega su Facebook, “difendere i propri confini è il dovere di ogni Stato, oltre che un diritto”. Il vertice della Farnesina, infatti, ha chiesto a tutta l’Ue di adottare “un Patriot Act sul modello americano” in quanto “la sicurezza di uno Stato equivale alla sicurezza di tutti gli altri”.