L’obiettivo, dichiarato, è arrivare a giovedì con i nomi della giunta. Anche perché il ritardo accumulato c’è e non è di poco conto. Virginia Raggi lo sa, così come lo sanno tutti gli uomini e le donne coinvolti in primo piano, da Alessandro Di Battista a Roberta Lombardi, per finire a Beppe Grillo stesso. Non è un caso che, secondo quanto riferito in ambienti pentastellati, i contatti di questo fine settimana tra il portavoce M5S e la sindaca di Roma – dopo i quali ci sarebbe stato il passo indietro sul nome di Raffaele Marra – sarebbero stati molto accesi, tanto che la Raggi, in lacrime, avrebbe addirittura messo sul piatto le proprie eventuali dimissioni. Un passo indietro prima del tempo. Una possibilità che nessuno vuole cavalcare. Non perché a qualcuno non piacerebbe anche all’interno dei Cinque Stelle, ma perché significherebbe una debacle che, sul piano nazionale, costerebbe caro al Movimento in termini di conquista di elettorato. Meglio, dunque, tenere la barra dritta.
LE TESSERE DEL PUZZLE – Non è un caso che ieri, proprio in quest’ottica, al Campidoglio si sono susseguiti una serie di incontri fondamentali per la raggi per riempire le ultime caselle. Secondo quanto La Notizia è riuscita ad appurare, non ci dovrebbero essere più dubbi sul nuovo ruolo di Daniele Frongia, cui andrà l’incarico di vice sindaco assieme – probabilmente – a qualche delega capitale (di nome e di fatto) come quella sulle Partecipate (dopo il rifiuto pure del professore universitario Antonio Blandini) o sul Patrimonio. Restano però scoperte due caselle importanti (Trasporti e Commercio), senza dimenticare che ora resta da coprire anche il ruolo di capo di gabinetto, lasciato scoperto dallo stesso Frongia. I nomi tirati in ballo sono diversi. A cominciare da quello di Enrico Stefano (già consigliere uscente insieme alla Raggi e a Marcello De Vito), sempre in lizza per la delega ai Trasporti e non a caso anche lui ieri dalla Raggi insieme – anche qui: non a caso – all’assessore in pectore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici, Paolo Berdini. Ma i giochi potrebbero essere ancora più ingarbugliata: se fino ad oggi pareva certa la nomina di Daniela Morgante (ex assessore con Marino) al Bilancio, ora tiene banco l’ipotesi che la Morgante stessa diventi capo di gabinetto. A quel punto al Bilancio potrebbe finire anche lo stesso Frongia.
GUERRA INTERNA – Ecco allora che in questo turbinio di nomi, l’incontro di ieri (non confermato dal Movimento) con il mini direttorio, specie con Paola Taverna e Roberta Lombardi, è stato determinante. Le pasionarie vorrebbero un posto più preponderante per De Vito, ma pare che la Raggi non voglia cedere a riguardo, recalamando maggiore autonomia. Perché il punto è proprio questo: a due giorni dalla presentazione della giunta, la partita vera nel Movimento è capire chi comanda a Roma. Col rischio concreto che nasca un nuovo caso Pizzarotti.