di Aldo Forbice
“Non faremo miracoli”, ha detto Letta. E’ infatti il primo decreto del governo delle grandi intese non farà alcun miracolo, ma cercherà solo di “tamponare” qualche falla più grossa dell’emergenza: il finanziamento della cassa integrazione guadagni in deroga e lo stop all’acconto di giugno dell’Imu (per la prima casa). Il resto si spera possa venire in seguito perché dovrà essere prima concordato fra Pdl e Pd, con la mediazione del gracile movimento di Monti, ma che si sta rivelando comunque molto attivo, soprattutto dopo il ritorno del professore all’attività di partito. Certo,non è facile per Letta muoversi fra due “elefanti”, tutt’altro che “pacificati”, come sembrava potesse accadere dopo il difficile parto del governo delle larghe intese e il “ritiro” all’abbazia di Spineto. A guastare questo percorso c’è stata la manifestazione elettorale di Brescia (con le polemiche che ne sono seguite), con contorno di violenze contro gli esponenti del Pdl. E a complicare ancora le cose ci si sono messi quei magistrati, come la Boccassini, da sempre nemici giurati del Cav, che vorrebbero farlo cacciare dal parlamento e, in generale, dalla politica. E’ stata in questi giorni commentata ampiamente l’uscita della pm di Milano, che ha chiesto sei anni di carcere per Silvio Berlusconi, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, che significa il suo allontanamento da ogni attività politica. Commenti che hanno suscitato anche una colorita performance di Giuliano Ferrara,che ha indossato i panni o meglio una parrucca rossa per parodiare la Boccassini. Credo che non esista nel mondo un paese, come il nostro, che finge di ignorare i problemi reali, quelli dettati dalla recessione e dalle tragedie sociali quotidiane, per “trastullarsi” con le vicende di Ruby e delle altre olgettine. O meglio sarebbe questo un gioco divertente se non esistessero la crescente disoccupazione, la nuova emigrazione all’estero dei giovani in cerca di lavoro, il forte calo dei consumi, il crollo produttivo, l’incremento della povertà, che interessa ormai otto milioni di famiglie, lo stillicidio quotidiano della chiusura delle piccole imprese, delle botteghe artigiane, dei negozi… Giustamente Marina Berlusconi ha definito il processo Ruby una “farsa,che non doveva neppure cominciare”. Un processo, dove non ci sono vittime, anzi le presunte vittime solidarizzano con chi viene accusato di violenze, su cui non esiste alcuna prova. Ma tutto può servire per mettere fuori gioco il Cav, anche se i sondaggi dicono cose di segno opposto, premiando il Pdl e il centro destra. Sì, perché,mentre il Pd perde quota, insieme al M5S, il partito di Berlusconi avanza, superando il 30%.
C’è persino chi sospetta (ma sarebbe una strategia troppo sofisticata) che tutto venga amplificato per far crescere i consensi elettorali del centro destra ed erodere soprattutto quelli dei grillini. Non lo crediamo perché sarebbe questa una regia troppo intelligente e non si concilierebbe con l’uscita di Luigi Zanda, capogruppo del Senato al Senato, che ha definito Berlusconi “ineleggibile” in quanto concessionario pubblico. Peccato che l’esponente del Pd si sia ricordato adesso di questa “incompatibilità”, dopo 20 anni di attività politica, parlamentare e da premier del Cav: un problema questo che nessun governo ha voluto o potuto risolvere,compresi quelli di Prodi e di D’Alema. Ed è curioso che questo ritorno alla stagione dell’odio avvenga quando sembrava finalmente tramontata col governo Letta. La realtà è che la “guerra civile” non si riesce a concludere anche per i troppi siluri interni a ciascun partito, a parte gli scontati sguaiati attacchi quotidiani dell’ex comico (che ha preso il posto di Antonio Di Pietro, ora impegnato col suo trattore nei lavori agricoli).
I falchi non demordono e non hanno pazienza, buttano benzina, invece dell’acqua, sui fuocherelli che via via si formano fra le due coalizioni. Il loro obiettivo è tornare al vecchio conflitto, con l’antiberlusconismo di sempre,cercando di affrettare i tempi delle elezioni. Ci riusciranno? Ci auguriamo di no,per non tornare alla pratica antica del muro contro muro,che ha provocato solo danni al nostro paese. E tutto questo, nonostante che il Cav abbia presentato un volto nuovo negli ultimi anni ,mettendo a punto una politica innovatrice già prima delle elezioni politiche, correggendo molti errori del passato e,successivamente,con l’ostinata e coerente strategia del governo delle grandi intese per affrontare le grandi emergenze del paese. Una politica che è risultata vincente sui tentennamenti e gli errori del Pd di Bersani. E persino sulle elezioni al Quirinale Berlusconi ha sempre avuto le idee chiare: non si è trincerato dietro un proprio candidato (non ha fatto nessun nome),preferendo una candidatura moderata proposta dal centro sinistra. Sappiamo come è andata a causa del travaglio e delle contraddizioni di un partito (il Pd) che ancora non ha trovato una propria identità e speriamo ci riesca nel congresso di ottobre. Una coerenza ,quella del Cav, che si esprime ancora oggi con la rinuncia ad ogni comizio elettorale,per non fornire altri pretesti a chi cerca di fomentare odio e dissensi, con l’obiettivo dichiarato di non volere le elezioni anticipate, anche se le condizioni sono a lui favorevoli.
Il governo Letta è “costretto” a durare, non solo perché la nostra economia ha bisogno di riforme (compresi i ritocchi delle leggi sul mercato del lavoro e delle pensioni), ma perché si deve varare una nuova legge elettorali, che archivi il “Porcellum”, ma che non ripristini meccanicamente il “Mattarellum”, così com’era. Ci riuscirà Letta, con l’aiuto di Alfano? E’ questa la grande scommessa.