“Ciò che sta a cuore a questo governo è solo una volontà probabilmente punitiva nei confronti di una magistratura che rivendica semplicemente quella autonomia e indipendenza che sono le stelle polari fissate dalla Costituzione”. Parola di Angela Arbore, magistrato membro della Giunta Anm. A lei abbiamo chiesto di commentare questa settimana di “fuoco” sul fronte giustizia, che si concluderà oggi con le manifestazioni dei magistrati durante le inaugurazioni dell’anno giudiziario.
Arbore, prima con la relazione alle Camere, ieri con il suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione, il Guardasigilli ha ribadito che con la separazione delle carriere non esiste alcun pericolo per l’indipendenza del pubblico ministero, perché la sua “stella polare” è l’indipendenza dei poteri. L’ha convinta?
Le affermazioni del ministro non convincono. Affatto. Appaiono semplici slogan ripetuti più volte. Il vero rischio è quello di separare il pubblico ministero dal resto dei magistrati per realizzare in realtà non l’indipendenza del potere giudiziario, ma la sottoposizione del potere giudiziario a quello politico.
Il pm è realmente un “pistolero senza responsabilità”?
Dire che il pubblico ministero è un pistolero da parte di un ministro che è stato pubblico ministero appare veramente sorprendente. Anche perché il pm proviene da uno stesso percorso di formazione del collega magistrato giudicante e ha un obbligo di accertamento dei fatti tendente sempre alla ricerca della verità. Evocare le immagini di un pistolero è qualcosa di molto inquietante e non corrispondente alla cultura del nostro ordinamento giudiziario.
Separazione delle carriere a parte, quale delle ultime esternazioni del ministro Nordio l’ha colpita maggiormente?
A me hanno colpito tutte le accuse ai magistrati di prendere provvedimenti abnormi solo perché magari non graditi ad una parte del potere politico. Così come quando parla di magistrati che ‘esondano’ dalle loro funzioni: l’esondazione è un fenomeno climatico disastroso che spesso toglie vite. Questo colpisce molto nel linguaggio e richiama secondo me tutti noi all’adozione di un equilibrio e di una grammatica istituzionale che probabilmente abbiamo perso.
Concorda con i dati sullo smaltimento dei procedimenti arretrati (-99% nel processo civile)?
Il dato sullo smaltimento degli arretrati c’è ed è oggettivo. Senza dubbio dovuto alla messa in campo delle risorse dei funzionari dell’ufficio per il processo sulla cui stabilizzazione però nonostante questa sia più volte stata sollecitata dall’Associazione nazionale magistrati non si sa niente di definitivo e di concreto. Queste statistiche dimostrano ancora una volta che se la giustizia è dotata di risorse adeguate rende efficacemente il suo servizio.
Ieri Nordio ha detto che circa il processo telematico, oltre ai problemi tecnici, c’è stata un grande resistenza degli apparati, è così?
Il ministro Nordio non può scaricare le sue responsabilità. Poi che significa resistenza degli apparati? Per l’avvio del processo penale telematico non sono state investite adeguate risorse né in termini di formazione né in termini di informazione.
Il ministro ha anche confermato che entro il 2026 entreranno in ruolo oltre 2mila magistrati, è una previsione realistica?
Ci sono molti concorsi in corso, quindi la previsione dell’immissione di un certo contingente di magistrati è certamente realistica. Questo peraltro smentisce anche le voci – che in verità provenivano proprio dal Ministero – della necessità di un reclutamento straordinario senza le regole del concorso.
Per oggi (leggi sotto) quali sono le iniziative che metterete in campo per dimostrare il vostro dissenso?
I magistrati italiani parteciperanno alle cerimonie inaugurali indossando la toga, loro segno di riconoscimento e di testimonianza di quella dignità della funzione che alla magistratura sta tanto a cuore. Quindi porteranno una coccarda e una copia della Costituzione perché appunto è segno di quella democrazia repubblicana cui apparteniamo. Infine abbandoneranno le aule al momento della dichiarazione prevista del rappresentante del ministero. Non è un segno di scortesia, la magistratura in questi anni ha pervicacemente cercato il dialogo ma non ha ottenuto grandi risultati.
Nordio e con lui tutto il governo, insiste sul fatto che la sua riforma sarà sancita dal voto popolare. I sondaggi dimostrano che probabilmente ha ragione. Come tenterete di spiegare agli italiani cosa c’è dietro e quali rischi comporta questo stravolgimento costituzionale?
Ci auguriamo che la riforma possa avere un vaglio referendario e ci impegneremo fino in fondo nell’eventuale campagna. Abbiamo già assunto una decisione in tal senso con l’assemblea generale dello scorso dicembre per costituire i comitati. Proprio per spiegare ai cittadini che questa riforma in realtà incide profondamente sull’assetto costituzionale e non comporta alcun beneficio per i cittadini in termini di velocità dei processi, di chiarezza delle decisioni e di efficienza della giustizia. Questi sono aspetti che non sembrano proprio stare a cuore in realtà al governo, quello che sta a cuore è solo una volontà probabilmente punitiva nei confronti di una magistratura che rivendica semplicemente quella autonomia e indipendenza che sono le stelle polari fissate dalla Costituzione.