di Stefano Sansonetti
Uno spreco continuo, riuscito a sopravvivere a innumerevoli tentativi di soppressione. E’ il caso di un’altra Scuola pubblica che in questi anni è andata sviluppandosi senza sosta. Parliamo della Scuola superiore dell’economia e delle finanze, controllata dal ministero del Tesoro, forse il principale Istituto in cui trovano spazio e lauti stipendi numerosi mandarini di stato. Come l’ex capo di gabinetto dello stesso dicastero di via XX Settembre, Vincenzo Fortunato, il cui emolumento è fissato in 303 mila euro. La stessa cifra che viene incassata da Marco Pinto, altro docente della Scuola ed ex vicecapo di gabinetto del Tesoro.
Tutti nomi sono stati pubblicati nei mesi scorsi da La Notizia (vedi il numero del 2 agosto 2013), che ha raccontato anche il caso probabilmente più clamoroso. Si tratta dell’ex consigliere politico di Tremonti, Marco Milanese, coinvolto in varie inchieste giudiziarie e condannato a 8 mesi (pena sospesa) per finanziamento illecito a un singolo parlamentare. Ebbene, il suo nome è rispuntato tra i docenti della Scuola del dicastero di via XX Settembre, con uno stipendio di 194.332 euro. Davvero niente male, soprattutto se si considera cosa avviene in realtà accademiche internazionali ben più prestigiose della Scuola superiore dell’economia e delle finanze, guidata dal 2006 dall’economista Giuseppe Pisauro. Una recente ricerca sugli emolumenti percepiti nelle quattro più importanti università private americane (Harvard, Mit, Yale, Stanford) dimostra che un professore ordinario percepisce al massimo 178 mila dollari all’anno. Un paragone disarmante.
Sta di fatto che, tra incarichi e maxistipendi, la Scuola è ancora viva e vegeta, nonostante i ripetuti tentativi di soppressione. Nel 2011, durante l’esame di una manovra economica, un emendamento di tre senatori dell’allora Terzo Polo (Maria Ida Germontani, Egidio Digilio e Giuseppe Valditara) provò a togliere la struttura di mezzo. Nel 2008 venne depositata una proposta di legge dei senatori del Pd Marco Perduca e Donatella Poretti per cassare l’istituto. E nel 2007, durante l’esame della finanziaria Prodi, in commissione fu approvato un emendamento di Massimo Villone che smantellava la Scuola. Alla fine, però, il contenuto della proposta correttiva cadde. E la struttura dei docenti Vip, inutile per molti, è ancora in piedi.