di Lapo Mazzei
Se a Via del Campo ci sia ancora quella signora dai facili costumi (puttana è il termine giusto, a dire il vero) cantata da Fabrizio De Andrè è difficile dirlo. Da troppo tempo non abbiamo quella faccia un po’ così di chi ha visto Genova. Però sappiamo quali sono i numeri della prostituzione in Italia. Secondo i dati ufficiali sono almeno 70mila le donne che esercitano il “mestiere più antico del mondo”. La percentuale di minorenni si attesta attorno al 20%, mentre le vittime della tratta sarebbero almeno 25mila. A fronte di 9 milioni di clienti, il giro di affari sfiora i 6 miliardi di euro. Tassarli, poniamo con un’aliquota del 25%, porterebbe nelle casse dello Stato almeno un miliardo e mezzo di euro. In fondo se esistono le accise sul tabacco, sugli alcolici, sulla benzina e sul gioco perché non mettere in regola anche le prostitute, smettendola una volta per tutte con il falso moralismo che affligge tanto la destra quanto la sinistra, nonostante siano vittima di inchieste legate a escort e Bunga bunga. A ciascuno il suo, insomma.
E proprio per questa ragione la Lega Nord è tornata a riproporre, con forza, la questione della legalizzazione della prostituzione. «Invece di prendere in giro i cittadini con inutili proroghe degli aumenti dell’Iva o dell’Imu, finanziandoli per altro con rincari su altri fronti, il governo dovrebbe fare propria la nostra proposta sulla legalizzazione della prostituzione e approvando subito un decreto sul quale possano convergere tutte le forze politiche» ha dichiarato il capogruppo al Senato Massimo Bitonci.
In Parlamento giacciono da tempo varie proposte di legge che si muovono nella stessa direzione indicata dall’autorevole leghista, ed altre stanno per arrivare. Segno che i tempi sono maturi per un dibattito serio sull’argomento, che sappia uscire dagli stereotipi delle griglie ideologiche d’annata, figlie di un bacchettonismo tanto sterile quanto fine a se stesso. Legato al carro del Vaticano per i centristi, tarato sul falso perbenismo per la sinistra. Una logica, quest’ultima, che ha prodotto la rivolta moralisteggiante del centro sinistra contro Silvio Berlusconi, colpevole d’immoralità e non di un reato previsto dal codice penale. Salvo, poi, non saper come fare quando lo scandalo delle escort fiorentine ha investito in pieno Palazzo Vecchio, costringendo alle dimissioni uno degli assessori di Matteo Renzi.
Diciamoci la verità, in materia chi è senza peccato…. «La regolarizzazione della prostituzione, oltre che risolvere un grande problema sociale potrebbe consentire una boccata d’ossigeno alle casse dello Stato, «attraverso il versamento dei contributi previdenziali e il pagamento di imposte e tasse» ha spiegato il senatore Bitonci. «Se le misure fiscali fossero operative già da settembre, abbiamo calcolato maggiori introiti per una cifra che si aggira intorno al miliardo solo per l’ultimo trimestre del 2013, in analogia con quanto accade già in Germania e Svizzera che hanno già in vigore simili misure. La Germania del resto non può essere il punto di riferimento solo per quanto riguarda le questioni europee. Può diventare un valido esempio da cui trarre ispirazione per la legalizzazione della prostituzione». Il Pd si è detto contrario alla proposta della Lega, sostenendo che non si può «lucrare sulla sofferenza di tante donne». Vero. Ma è altrettanto vero che nessuna legge è riuscita ad arginare il problema. Anzi, lo ha solo accentuato, rendendo più aggressivi gli schiavisti del ventunesimo secolo. Anche l’Ucd, e non ci poteva aspettare qualcosa di diverso, sostiene le tesi dei piddini. Tace invece il Pdl. Ma non tanto per Berlusconi quanto per le posizioni di Daniela Santanché che si è sempre detta favorevole alle case di tolleranza, come in Germania, tanto che nel 2008 propose un referendum per l’abolizione della legge Merlin. Chissà se quell’idea le appartiene ancora. Certo è che la tassa sulla puttana contribuirebbe a risollevare l’economia e a far salire il Pil. Una bella erezione dei conti insomma. Tanto che nella scorsa legislatura il senatore del Pdl Lucio Malan ha presentato un progetto di legge in materia di “Norme urgenti in materia della riduzione del debito pubblico e di rilancio dell’economia” che, fra le altre cose, prevede una delega al governo per la tassazione della prostituzione. Più di così…