Il Mediterraneo è sempre più un cimitero a cielo aperto. A dirlo senza mezzi termini è l’Unicef secondo cui le vittime quest’anno sono state almeno 1700. “A poche ore dalla fine dell’anno, una piccola imbarcazione è affondata al largo delle coste di Lampedusa, lasciando circa 20 persone disperse, tra cui donne e bambini. Tra i sette sopravvissuti c’è un bambino di otto anni, la cui madre è tra i dispersi. L’imbarcazione sarebbe affondata mentre si avvicinava alla costa. Questa tragedia arriva solo poche settimane dopo che un altro incidente mortale al largo dell’isola ha lasciato una bambina di 11 anni come unica sopravvissuta. ll bilancio delle vittime e il numero dei dispersi nel Mediterraneo nel 2024 hanno superato i 2.200, con quasi 1.700 vite perse solo sulla rotta del Mediterraneo centrale”: lo ha dichiarato Regina De Dominicis, Direttrice dell’Ufficio regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale e Coordinatrice speciale per la risposta ai rifugiati e ai migranti in Europa, ricordando che tra le vittime si contano “centinaia di bambine, bambini e adolescenti”.
Il Mediterraneo è un cimitero a cielo aperto: nel 2024 oltre 1700 migranti hanno perso la vita
“Proprio una persona ogni cinque di tutte quelle che migrano attraverso il Mediterraneo sono infatti minorenni. La maggior parte di loro fugge da conflitti violenti e dalla povertà”, ha precisato, aggiungendo: “L’Unicef chiede ai governi di utilizzare il Patto sulla migrazione e l’asilo per dare priorità alla salvaguardia di bambine e bambini”.
“Questo include la garanzia di percorsi sicuri e legali per la protezione e il ricongiungimento familiare, nonché operazioni coordinate di ricerca e salvataggio, sbarchi sicuri, accoglienza su base comunitaria e accesso ai servizi di asilo”, ha spiegato De Dominicis. “Chiediamo inoltre maggiori investimenti nei servizi essenziali per i bambini e le famiglie che arrivano attraverso rotte migratorie pericolose, tra cui il sostegno psicosociale, l’assistenza legale, l’assistenza sanitaria e l’istruzione – ha aggiunto – i governi devono affrontare le cause profonde della migrazione e sostenere l’integrazione delle famiglie nelle comunità ospitanti, assicurando che i diritti dei bambini siano protetti in ogni fase del loro viaggio”.