Netanyahu vuole una guerra totale, bombe su Gaza e pure sul Libano

Netanyahu non si vuole fermare e riporta il caos nel Medio Oriente sganciando bombe su Gaza e pure sul Libano

Netanyahu vuole una guerra totale, bombe su Gaza e pure sul Libano

Poco alla volta, con l’allargamento progressivo delle operazioni militari dell’esercito israeliano (IDF), il Medio Oriente sta ripiombando nel caos e nella guerra. Nella Striscia di Gaza – mentre le trattative di pace tra Hamas e Israele sembrano ormai naufragate – continua la quotidiana pioggia di bombe. Nelle ultime 24 ore si contano 41 vittime, portando a 1.042 il bilancio complessivo dei morti dalla ripresa delle ostilità.

Agli attacchi israeliani hanno risposto le Brigate Al-Quds, ala armata del movimento Jihad Islamica Palestinese, lanciando alcuni razzi verso le città israeliane di Sderot e verso gli insediamenti di Ibim e Or HaNer. Fortunatamente, i missili sono stati intercettati dal sistema difensivo dello Stato ebraico, senza causare vittime né danni significativi.

Gli scontri sembrano destinati a intensificarsi. L’esercito di Tel Aviv, in risposta al lancio di razzi dalla Striscia, ha diffuso un avviso di evacuazione per i palestinesi residenti nella zona di Beit Hanoun. L’evacuazione, secondo quanto comunicato dal portavoce in lingua araba dell’esercito israeliano, il colonnello Avichay Adraee, dovrà avvenire in tempi brevi. Su X è stata pubblicata una mappa dell’area da abbandonare, con la definizione di “avvertimento finale” prima dell’avvio di nuovi attacchi da parte dell’IDF.

Preoccupa anche la situazione in Cisgiordania, dove si susseguono quasi quotidianamente atti di vandalismo da parte dei coloni. In questo contesto, tre soldati israeliani sono stati condannati a una settimana di prigione militare per atti di vandalismo nel villaggio di Jinba, a Masafer Yatta, nel sud della Cisgiordania.

Netanyahu riporta il caos nel Medio Oriente: bombe su Gaza e pure sul Libano

A peggiorare il quadro, cresce di ora in ora la tensione al confine con il Libano, dove la tregua siglata mesi fa con Hezbollah è messa a dura prova dai continui raid dell’IDF. L’ultimo attacco ha colpito la zona sud di Beirut: l’esercito israeliano ha dichiarato di aver “preso di mira un terrorista di Hezbollah che guidava esponenti di Hamas e li aveva aiutati a pianificare un attacco terroristico imminente contro civili israeliani”.

Secondo il ministero della Salute libanese, il raid ha colpito un edificio residenziale di tre piani, provocando quattro morti – tra cui il presunto terrorista – e sette feriti.

Il primo ministro del Libano, Nawaf Salam, ha definito l’attacco a Beirut una “chiara violazione del cessate il fuoco tuttora vigente” e una “flagrante violazione della risoluzione 1701 delle Nazioni Unite”, che pose fine alla guerra del 2006 tra Israele e Hezbollah e che costituisce la base della tregua siglata lo scorso novembre. Ancor più duro il presidente libanese, Joseph Aoun, che ha dichiarato: “I continui attacchi israeliani ci costringono a mobilitarci, a fare appello agli amici del Libano nel mondo e a garantire la nostra piena sovranità”.

L’Europa si sveglia

Di fronte all’escalation della violenza in Medio Oriente, arrivano anche dure prese di posizione politiche. I capigruppo M5S nelle Commissioni Esteri di Camera e Senato, Francesco Silvestri e Bruno Marton, hanno dichiarato: “Ambulanze bombardate, poi sepolte sotto terra con i corpi dei soccorritori. Gli orrori commessi da Israele a Gaza non hanno più limiti, grazie alla complicità esplicita degli Stati Uniti e a quella ipocrita di un’Europa che lancia appelli ma non impone sanzioni. Netanyahu può così continuare indisturbato nel suo piano di sterminio, colpendo anche il nord della Striscia, pieno di sfollati ormai senza via di fuga”.

Il comunicato M5S esprime forte preoccupazione anche per i raid su Beirut, che secondo i pentastellati “mirano a riaprire quel fronte di guerra”. “Giorgia Meloni non condanna Benjamin Netanyahu per non irritare il suo padrone americano. Anche per questo scendiamo in piazza il 5 aprile: per far sentire la voce degli italiani, inorriditi dai crimini disumani di Israele e disgustati dalla complicità del governo, dell’Europa e dell’intero Occidente”.

I 5 Stelle chiedono infine “sanzioni europee immediate contro il governo di Israele, embargo totale sulle armi e sospensione dei rapporti diplomatici”.

Sulla stessa linea anche la presidente del gruppo S&D al Parlamento europeo, Iratxe García Pérez, che ha dichiarato: “Sosteniamo il diritto internazionale in Ucraina, così come a Gaza. Non ci possono essere due pesi e due misure. Dopo oltre 50 mila morti, 110 mila feriti, quasi 15 mila dispersi e 1,5 milioni di rifugiati, cos’altro deve accadere perché l’Europa sospenda l’accordo di associazione con Israele?”