Veneto, Lombardia e ora anche l’Emilia-Romagna. Il maltempo continua a flagellare il Nord Italia. Allagamenti e smottamenti si sono registrati in alcune delle zone già duramente colpite dall’alluvione un anno fa.
Un nubifragio intensissimo ha colpito la zona a confine fra Modenese e Bolognese: a Vignola, Savignano sul Panaro, Monteveglio, Bazzano le strade si sono trasformate in fiumi, e i corsi d’acqua si sono gonfiati a dismisura. Località come Formica, Vignola, Savignano hanno visto cadere in circa tre ore una quantità di pioggia fino a 175 mm al giorno.
Colpite anche Marano, Monteveglio, Bazzano e Stiore di Valsamoggia, Spilamberto. In poche ore è caduta dal cielo una quantità di acqua equivalente della pioggia attesa in due mesi.
Le conseguenze del maltempo
Nel Bolognese migliaia di persone sono senz’acqua potabile da lunedì sera a causa di rotture nell’acquedotto che hanno causato l’interruzione nella fornitura. La zona interessata è quella di Castello di Serravalle, Valsamoggia, comune di quasi 5mila abitanti.
Nel Veronese è esondato un fiume, mentre il prefetto di Vicenza ha deciso di rinviare il playoff di serie C Vicenza-Padova che si sarebbe dovuto giocare ieri sera. Nel Vicentino i vigili del fuoco sono al lavoro per monitorare la situazione, in particolare su alcune frane.
Continuano a preoccupare i livelli del Po, cresciuti in Lombardia e in Emilia-Romagna. L’agenzia Aipo ha stimato che i livelli del fiume possono nuovamente crescere con l’arrivo di nuove precipitazioni, con valori prossimi alla soglia 1 di criticità. In crescita costante il livello del lago di Como.
“Usciremo dall’emergenza maltempo soltanto nei prossimi giorni”, ha detto il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio che ha lanciato un appello alle popolazioni interessate a seguire le indicazioni delle autorità locali, per evitare di mettersi in possibili situazioni di pericolo.
I danni del maltempo
È ancora presto per stimare i danni ma si teme possano essere ingenti soprattutto per il comparto agricolo. Secondo le stime di Cia Veneto, infatti, è andato perso il 30% delle semine, con danni pari a circa 50 milioni di euro.
Una situazione che appare ancora molto complessa e che il presidente della Regione, Luca Zaia, ha già definito “un evento eccezionale per la stagionalità e le sue caratteristiche”, come non capitava da più di 100 anni.
Intanto lo studio dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Padova rileva che il progressivo innalzamento del livello del mare e il contemporaneo abbassamento di quello del suolo stanno minacciando la Laguna di Venezia: l’80% delle sue coste rischia di scomparire entro il 2050, con un raddoppio delle aree colpite rispetto agli anni ‘90.
Le responsabilità del governo nel negare i cambiamenti climatici
Ovviamente se piove non è colpa del governo ma è certamente colpa del governo negare i cambiamenti climatici e non far nulla per agevolare la transizione ecologica, opponendosi al Green deal europeo, con il no alle case green e il no allo stop ai motori tradizionali.
“Noi siamo per un’Europa che continui sulla strada degli investimenti comuni”, ha detto Elly Schlein, segretaria del Pd. “Il green deal è un’industria diversa, non meno industria. La destra è sorda e nega i cambiamenti climatici”, ha aggiunto.
Cambiamenti che “aumenteranno l’esposizione delle persone agli estremi meteorologici, alle inondazioni, alla siccità e alla scarsità d’acqua, con gravi conseguenze per la salute”, ha avvertito la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides, che ha citato i dati dell’Oms secondo cui tra 2030 e 2050 il cambiamento climatico “causerà 250mila morti in più all’anno in tutto il mondo”.