Il lavoro, in Italia, uccide più della mafia. I dati emersi dallo studio della Uil evidenziano come quella della sicurezza sul posto di lavoro nel nostro Paese sia un’emergenza. E arrivano nello stesso giorno in cui l’Inail sottolinea come le denunce di infortunio sul lavoro al 31 maggio del 2024 sono aumentate del 2,1% (a quota 251.132) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In crescita anche le denunce di infortunio con esito mortale: 369 e +3,1%, soprattutto a causa degli incidenti mortali plurimi.
Dati che si intrecciano con quelli presentati dalla Uil: tra il 1983 e il 2018 gli omicidi riferibili alla mafia sono stati 6.681. Nello stesso periodo i morti sul lavoro sono stati più di 55mila. Tanto da parlare di una “strage silenziosa”. Negli ultimi 10 anni la media è stato di quasi 1.200 vittime annue, ricorda il sindacato guidato da Pierpaolo Bombardieri.
Morti sul lavoro, le cifre
I dati evidenziano che il 91,7% dei casi mortali ha riguardato uomini e quasi la metà ha coinvolto lavoratori tra i 50 e i 64 anni, ma nel 2023 si è registrata una crescita dell’incidenza anche tra i lavoratori under 20 (+11,7%). Alta anche l’incidenza di casi mortali riguardanti stranieri: oltre il 65% degli infortuni mortali, considerando “solo i lavoratori regolari”. Andando a guardare i singoli settori, aumentano i casi mortali nell’agricoltura (+7) e nel Conto Stato (+5) mentre scendono nell’industria e nei servizi (-3 decessi). Nel 2023 gli incidenti mortali sul lavoro sono stati più al Sud e nelle Isole che al Centro e al Nord Italia.
Lo scontro
Questi dati non possono che dimostrare come sulla sicurezza sul lavoro ci sia molta strada da fare. E Bombardieri va all’attacco del governo sul tema: “Ci siamo un po’ stancati delle chiacchiere, delle conferenze stampa, dei tentativi di dimostrare di fare qualcosa continuando a non fare nulla”. Il segretario della Uil invita la ministra del Lavoro, Marina Calderone, ad andare “a vivere due giorni” nella casa di Luana D’Orazio, la 22enne morta sul lavoro a Montemurlo:”Vada a capire cosa significa vivere una tragedia di questo tipo”. Per Bombardieri “non c’è la volontà politica di affrontare questo problema, per noi è una vergogna italiana, non c’è altro termine”. Il segretario della Uil lancia una proposta, proprio in occasione della presentazione del rapporto: “I morti sul lavoro hanno meno dignità di quello che sono ammazzati dalla mafia? Chiediamo una Procura speciale che sia capace di istruire i processi, il ministro della Giustizia spieghi perché non si velocizzano”.
D’altronde, secondo Bombardieri, il caso della morte di un bracciante a Latina dimostra che “le assunzioni di ispettori non bastano. Mi pare chiaro che ci sia la volontà di non fare fastidio a chi produce. A Latina mi sono convinto che ci sia una extraterritorialità politica”. Intanto, mentre un operaio di 21 anni è morto sul lavoro a Canicattì e un altro, sempre 21enne, a Minturno (Latina), le destre attaccano Bombardieri, come fa il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, che parla di parole “gravissime” e accusa Bombardieri di bersagliare il governo “con campagne propagandistiche che diffondono odio. Andremo avanti per la nostra strada, lasciando il segretario generale Uil al suo destino di urlatore seriale”.