Matteo Renzi, testuale, vuole entrare nel partito con “il lanciafiamme”. Un concetto già espresso in privato, durante la notte elettorale delle amministrative, e ribadito nello studio televisivo di La7. Ma l’offensiva del presidente del Consiglio non sembra spaventare la minoranza. “Le correnti fanno arrabbiare i nostri: su questo dobbiamo cambiare. Al centro non ci può essere la divisione tra i ‘turbo’ e ‘non turbo’ ma al centro ci deve essere chi vuole cambiare l’Italia. Piano piano ce la facciamo. Nel partito c’entriamo col lanciafiamme dopo il ballottaggio, lo assicuro. Macché espulsioni, quelle le fanno gli altri”, aveva scandito il premier.
Gianni Cuperlo, sfidante di Renzi alle ultime primarie, ha replicato con un post ironico su Facebook. “Dalla più nota enciclopedia on line: ‘Il lanciafiamme è un’arma utilizzata per incendiare vaste zone; utilizza miscele combustibili spesso a base di petrolio e napalm, dato che la benzina sviluppando molti vapori nella bombola, rischia di farla esplodere ed è più pericolosa per il soldato che sta usando l’arma. Attualmente è poco usata dagli eserciti'”, ha scritto l’esponente della minoranza dem. Che ha anche aggiunto: “Se posso suggerire una integrazione alla voce di Wikipedia: ‘di recente vi è chi vorrebbe introdurne l’uso sperimentale nei partiti’. Una volta di più ripeto che possiamo vincere i ballottaggi. Bisogna volerlo”. Il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, ha cercato di correggere il tiro: “Renzi non si riferiva certo alla minoranza dem. Era un modo per dare una scossa ai territori. Quale espressione avrebbe dovuto usare”. Pier Luigi Bersani, conversando con i cronisti, ha scherzato: “Lanciafiamme? Mi consegno…”. Di sicuro il lanciafiamme di Renzi ha incenerito la trattativa per la segreteria, che avrebbe dovuto coinvolgere anche giovani esponenti della sinistra dem (come anticipato in questo articolo de La Notizia).
Anche Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, ha usato il sarcasmo per commentare le affermazioni del premier. “Renzi con il lanciafiamme al Sud? Forse per bruciare le prove del voto di scambio a Napoli? Miserie senza nobiltà?”. Sulla stesso tono il commento di Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle. “Renzi ha detto che andrà con il lanciafiamme nelle sedi del suo partito, intanto ci sono entrati i carabinieri con un mandato di perquisizione. Una beffa per il partito di Renzi e di Verdini che anche a Napoli erano alleati”.