Dopo il buco nell’acqua della sfiducia al guardasigilli, il Senato potrebbe dare presto un altro dispiacere a Matteo Salvini. Proprio martedì prossimo, infatti, si riunisce la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari di Palazzo Madama, presieduta dall’azzurro Maurizio Gasparri, con all’ordine del giorno il voto sulla vicenda Open Arms e che, in un secondo momento, arriverà in Aula per il voto definitivo. In ballo c’è la richiesta di autorizzazione a procedere a carico dell’ex ministro dell’Interno Salvini, presentata dal Tribunale dei ministri di Palermo, per il ritardato sbarco dei migranti soccorsi dalla nave che gli è costata l’accusa di sequestro di persona.
Un procedimento che in realtà si sarebbe già dovuto concludere il 27 febbraio scorso ma che è slittato perché, proprio in quel periodo, un senatore della Lega è finito in quarantena per il covid-19. Ma da quel giorno l’attività della giunta, a causa delle restrizioni crescenti per limitare la diffusione dell’epidemia, è entrata sostanzialmente in stand by tanto che il presidente della giunta al Senato, Gasparri, insieme a quello della Camera, Andrea Del Mastro Delle Vedove, hanno chiesto e ottenuto un primo slittamento dei lavori di 30 giorni.
CASO UNICO. Con l’inizio della fase 2 nel Paese, le cose sembravano destinate a ripartire celermente tanto che da Palazzo Madama, il 10 maggio scorso, è arrivato il via libera alle Commissioni per riprendere l’ordinaria attività parlamentare. Peccato che a fare eccezione è stata proprio la giunta presieduta da Gasparri che, al contrario delle altre, si è presa altro tempo rimanendo in una sorta di limbo. Un caso più che unico, come documentato proprio quel giorno da La Notizia, con il presidente azzurro che invece di riprendere le attività, ha scritto alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, per conoscere gli orientamenti in merito alla ripartenza dei lavori delle Commissioni. Ma ormai il tempo è scaduto e, volenti o nolenti, i lavori riprenderanno anche a Palazzo Madama dove, come ricordato da un membro della giunta stessa, “ci sono pratiche delicate da definire” tra cui quella per la richiesta di arresto pervenuta per il senatore di Forza Italia, Marco Siclari, che è ancora ferma alla fase istruttoria.