Il Governo ha chiesto il voto di fiducia sul decreto Superbonus. Ad annunciarlo nell’Aula di Palazzo Madama è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, al termine della discussione generale sul provvedimento. “La fiducia la poniamo perché abbiamo un problema di tempi. Il decreto scade martedì 28. Dobbiamo dare alla Camera il tempo minimo di poterlo esaminare come chiesto mille volte proprio dalle opposizioni”, si è difeso Ciriani.
Il Governo ha chiesto il voto di fiducia sul decreto Superbonus. L’Abi lancia l’allarme sulla retroattività dell’emendamento
Nella mattinata era arrivato il via libera della commissione Finanze. Che aveva votato il mandato al relatore, Giorgio Salvitti, a riferire in Aula. Non ha partecipato alla seduta Forza Italia, né col senatore Claudio Lotito, né con un sostituto. E anche in Aula i banchi degli azzurri erano vuoti.
L’esame degli emendamenti è stato completato martedì sera. L’emendamento del governo con la nuova stretta al Superbonus, che dal 2024 obbliga a spalmare le detrazioni su 10 anni, è passato nonostante l’astensione di Forza Italia grazie al sì del presidente Massimo Garavaglia (Lega), che di prassi non vota, e della senatrice Iv Dafne Musolino, mentre era assente tra le file dell’opposizione il senatore Pietro Patton delle Autonomie.
“Cari colleghi di Forza Italia, ci vuole coraggio a dire una cosa del genere. La retroattività c’è ed è un abominio giuridico e una mazzata per le imprese, che probabilmente preferiranno fallire. Voi non avete fatto assolutamente nulla se non riempire qualche titolo di giornale, avete semplicemente scelto di astenervi”, ha dichiarato il capogruppo del M5S al Senato, Stefano Patuanelli.
Le banche intanto lanciano l’allarme. L’Abi vede elementi negativi nella retroattività dell’emendamento del governo che ha solo “parzialmente chiarito la tematica rispetto ad anticipazioni dei giorni precedenti”. “Per le banche sarebbe impossibile compensare i crediti d’imposta acquistati, incidendo negativamente sulla loro capacità di acquistare ulteriori crediti”, si legge in una nota secondo cui il comitato esecutivo dell’Associazione, riunito a Milano, ha approvato un documento all’unanimità, dove sottolinea che “dovrebbero essere rivisti i piani di acquisto con riflessi negativi per le imprese che non riuscissero a cedere tali crediti”.