Immaginate di intervistare sulla pace qualcuno che per mestiere si occupa di armi, fondatore di un partito (Fratelli d’Italia) che nel solco della destra italiana ritiene l’esercito con le sue munizioni il presidio naturale della stabilità politica, nel bel mezzo di una guerra in Ucraina che troppi utilizzano come clava per questioni politiche interne (se non addirittura personali) e aggiungeteci che quel qualcuno sia diventato ministro alla Difesa: vi sembra possibile?
Per i sovranisti il Reddito di cittadinanza è un costo mentre le armi sono considerate un investimento
Accade qui, in Italia, dove Guido Crosetto dopo essere stato lobbysta per le industrie delle armi viene intervistato dal quotidiano Il Foglio. Il pezzo è pura antologia bellicista. Crosetto si scaglia contro i “finti pacifisti” che di questi tempi sono tutti coloro che non esultano per il rumore di bombe e cannoni e chiedono uni mmediato cessate il fuoco e una soluzione diplomatica.
Ma non c’è solo la criminalizzazione di chi non vede nelle armi una soluzione nelle parole del ministro, c’è anche e soprattutto la promessa di fare ancora peggio per le spese militari: “Come ho spiegato ai miei colleghi ministri, la strategia del governo non può che essere quella di perseguire l’obiettivo del 2% della spesa militare in rapporto al Pil, come del resto hanno ritenuto di dover fare un po’ tutti gli esecutivi che ci hanno preceduto. Ovviamente, è un traguardo che va raggiunto con gradualità, in modo tale che l’aumento di spesa nel settore sia compatibile con le necessità di equilibrio della finanza pubblica”.
Si va spediti verso il maggior aumento di spese militari (già cominciato con Guerini ministro) della storia repubblicana. Tutto ciò accade nel bel mezzo di una pericolosa crisi con inflazione che cresce, problemi di costi delle bollette, crisi energetica, i risvolti di una pandemia non ancora superati, una mancata attenzione alla povertà: la soluzione è comprare cannoni.
Ma Crosetto si spinge oltre: “Anzi a tal proposito, nel recente Consiglio europeo ho annunciato ai miei colleghi un’iniziativa che intendo intraprendere. Proporrò formalmente l’esclusione delle spese per gli investimenti della Difesa dal computo del deficit nell’ambito del Patto di stabilità. Non è una trovata del momento, ne ho parlato coi colleghi ministri della Difesa, mi sono confrontato al riguardo anche col commissario Paolo Gentiloni.
Spero che pure Giancarlo Giorgetti, dal Mef, sollevi il tema. Alcuni paesi, ma non vi dirò quali, effettivamente si sono mostrati molto favorevoli”. Insomma per il governo Meloni il Reddito di cittadinanza che ha salvato un milione di persone dalla povertà durante la pandemia è un “costo” mentre la spinta agli armamenti è un investimento che meriterebbe di uscire dal patto di stabilità con l’Europa.
Tutto questo Crosetto riesce a dirlo fingendo di occuparsi del benessere e della dignità dei suoi cittadini. Dopo il pronome della presidente del Consiglio, dopo l’innalzamento del tetto dei contanti, dopo la favola del Ponte sullo Stretto ora la priorità di questo governo è acquistare armi per essere più credibili nel mondo.
La linea è chiara ed è tracciata. Rimangono almeno due dubbi: quanta pazienza potranno avere ancora gli italiani nel risparmiare qualche euro per arrivare a fine mese mentre si spendono miliardi per le armi e quanto ci metterà l’opposizione a capire che usare la guerra per arricchire i ricchi sfruttando il dolore degli ucraini è un gioco infame.