Ad anticiparlo su Twitter con l’hashtag #NextGenerationEu è stato ieri mattina il commissario europeo agli affari economici Paolo Gentiloni: “La Commissione propone un Fondo di Recovery da 750 miliardi che si aggiunge agli strumenti comuni già varati. Una svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti”. È poi la presidente dall’esecutivo Ue, Ursula von der Leyen a spiegare nel suo discorso all’Europarlamento le caratteristiche del nuovo strumento, il Fondo “Next Generation Ue” da 750 miliardi che si aggiungerà al Quadro finanziario pluriennale 2021-27 che è stato rivisto a 1.100 miliardi, arrivando così ad un totale di 1.850 miliardi. Di questi 750 miliardi 500 saranno sovvenzioni a fondo perduto, considerate “un investimento comune dell’Unione europea”, gli altri 250 saranno invece prestiti veri e propri. Se il Consiglio europeo del 17 e 18 giugno accoglierà la proposta, all’Italia spetterebbe la parte più corposa: 172,7 miliardi, di cui 81,807 versati come aiuti e 90,938 come prestiti.
In entrambe i casi la cifra rappresenta la quota più alta destinata a un singolo Paese. Il piano della Commissione accoglie dunque le richieste del “fronte dei nove”, Francia e Italia in testa, che da settimane avanzano l’idea di una composizione del fondo a prevalenza di sussidi a fondo perduto per non appesantire il debito degli Stati. La cifra stanziata in sovvenzioni da non restituire coincide infatti con la proposta messa in campo la scorsa settimana dalla cancelliera Merkel e dal presidente Macron, che di fatto ha rappresentato un argine al veto dei Paesi rigoristi del nord “allergici” ad ogni forma di mutualizzazione del debito pur in presenza di una crisi economica senza precedenti. Ieri, infatti, a rovinare la festa ci ha pensato la solita Olanda: dal noto paradiso fiscale, che ogni anno col dumping commerciale drena miliardi di risorse agli altri Stati Ue, hanno tenuto subito a far sapere che “questo è un dossier che richiede l’unanimità ed è difficile pensare che questa proposta potrà essere il risultato finale dei negoziati”.
Grande soddisfazione, al contrario, viene espressa dal premier Giuseppe Conte, che parla di “ottimo segnale da Bruxelles” sottolineando come la proposta vada proprio nella direzione indicata dall’Italia: “Siamo stati descritti come visionari perché ci abbiamo creduto dall’inizio. I 500 miliardi a fondo perduto e i 250 di prestiti sono una cifra adeguata. Ora acceleriamo sul negoziato e liberiamo presto le risorse”. In ogni caso von der Leyen è stata chiara: “La crisi ha effetti di contagio in tutti i Paesi e nessuno può ripararsi da solo. O andiamo da soli, lasciando Paesi e regioni indietro, o prendiamo la strada insieme. Per me la scelta è semplice, voglio che prendiamo una strada forte insieme. Le proposte più coraggiose sono anche quelle più sicure, è per questo che oggi proponiamo 3.100 miliardi di investimenti totali”. Il riferimento è anche agli altri strumenti già approvati, vale a dire il piano Sure, quello della Bei e le linee di credito del Mes.
Per accedere ai fondi del nuovo strumento, disponibili comunque dal 2021, i governi devono però presentare dei Piani nazionali di ripresa che dovranno essere in linea con gli obiettivi del Semestre europeo e con le Raccomandazioni specifiche per Paese pubblicate la scorsa settimana, con i Piani energia e clima e i programmi Ue. All’Italia è stato chiesto di intervenire sul sistema sanitario, sul mondo del lavoro per garantire un’adeguata protezione dei lavoratori, di assicurare l’applicazione delle misure che forniscono liquidità all’economia reale, rafforzare l’infrastruttura digitale, di migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e l’efficienza della pubblica amministrazione.