“Si va verso il rinvio dei bandi” di Telt per il Tav Torino-Lione. A precisarlo è Palazzo Chigi aggiungendo che i bandi “non partiranno lunedì”. La precisazione del Governo è arrivata dopo la diffusione da parte del Sole 24 Ore del contenuto della lettera inviata dal premier Giuseppe Conte alla società Telt. Nella missiva si sarebbe prospettato lo sblocco dei bandi, nella giornata di lunedì, con una clausola di dissolvenza che permetterebbe di bloccarli in futuro. In vista, tuttavia, ci sarebbe una proroga di 6 mesi per trattare con la Francia.
“Oggi – ha detto il premier Conte – è stata una mattinata di intenso lavoro che ha prodotto i suoi frutti. Ho inviato una lettera alla Telt, società incaricata della realizzazione della Torino-Lione, invitandola ad astenersi, con effetti immediati, da qualsiasi ulteriore attività che possa produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici per lo Stato italiano con riguardo ai bandi di gara. Ho chiarito che questo Governo e le forze politiche che lo sostengono si sono impegnati a ‘ridiscutere integralmente’ questo progetto e che abbiamo intenzione di interloquire con la Francia e con l’Unione europea alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite. Ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati. La società Telt mi ha appena risposto confermandomi che i capitolati di gara non partiranno senza l’avallo del mio Governo e del Governo francese e che, al momento, si limiteranno esclusivamente a svolgere mere attività preliminari, senza alcun impegno per il nostro Stato. Abbiamo promesso di tutelare esclusivamente gli interessi degli italiani. Lavoriamo – ha concluso il presidente del Consiglio- in piena trasparenza perché non ci lasciamo condizionare dalle pressioni opache di gruppi di potere o comitati di affari. Fino a quando questo Governo sarà in carica, per quanto mi riguarda, sarà così. Sempre”.
“Sulla Tav – scrive il vicepremier Luigi Di Maio sulla sua pagina Facebook – la situazione si sta risolvendo positivamente. Quindi ora parliamo di altro e andiamo avanti. Andiamo avanti con altre opere, con Quota 100, con investimenti produttivi per le imprese, con il Reddito di Cittadinanza e con tutto ciò di cui il Paese ha bisogno, ora. Ce lo chiedono gli italiani. Le ‘teste dure’ o frasi come ‘vediamo chi va fino in fondo’ non mi appartengono, sono folklore che non fa bene all’Italia. Siamo stati eletti per servire gli italiani ed è quello che faremo con responsabilità”.
Il quotidiano economico aveva dato notizia che il Governo aveva autorizzato l’approvazione degli avvisi, per 2,3 miliardi di euro, riguardanti i lavori del tunnel di base del Tav. I contenuti della direttiva e dei bandi non sono ancora noti – ha riferito ancora il Sole 24 Ore – ma sarà comunque presente un riferimento alla volontà di Roma di chiedere a Parigi e Bruxelles di rivedere il Trattato. La lettera, sempre secondo il quotidiano economico, è frutto dell’intesa raggiunta in extremis da Lega e M5S e terrebbe conto delle condizioni avanzate ieri da Di Maio, che aveva chiesto di non impegnare soldi pubblici in questa fase.
Dunque la lettera che il governo italiano ha inviato a Telt potrebbe essere all’esame del consiglio di amministrazione della società italo-francese già lunedì e, secondo fonti Telt citate dall’Agi, saranno poi prese delle decisioni. Il governo francese, senza intermediari, è socio al 50% di Telt e si è già espresso per la pubblicazione dei bandi. L’altro socio al 50% della società è Ferrovie dello Stato.
La clausola dissolvente consentirebbe di dichiarare all’occorrenza “senza seguito” una procedura di gara già pubblicata, ma per cui nel frattempo siano venute meno le volontà politiche di procedere. Stabilisce questo la norma “dissolvente” prevista dalla legislazione francese a cui farebbe riferimento la lettera con cui Palazzo Chigi ha autorizzato l’approvazione dei bandi 2,3 miliardi di lavori. La facoltà è prevista nel capito 5 del nuovo codice unico degli appalti francese, senza onori né obblighi per la stazione appaltante, né per gli azionisti, né per gli Stati.
“Io rimango convinto che la Tav si debba fare – ha commentato questa mattina il vicepremier Matteo Salvini -, per collegarci al resto dell’Europa. Stiamo lavorando per riaprire tutto quello che altri hanno bloccato per anni e io farò di tutto perché, coinvolgendo la Francia e l’Europa, l’opera si faccia. Gli italiani ci chiedono di lavorare e questo faremo. Però non è né questo né altro che mette in discussione un governo che in nove mesi ha fatto tanto. Molto semplicemente abbiamo su alcuni temi idee diverse”
“Nel contratto – ha detto ancora Salvini – c’è la revisione dell’opera, che arriva da lontano, si può rivedere, si può risparmiare, si può modificare. Noi ci stiamo concentrando sulla Tav. Sono dei fenomeni quelli che hanno governato per anni prima di me: penso a Delrio, a Renzi, al Pd, noi siamo qua da nove mesi e c’è gente che è stata lì anni con cantieri fermi ovunque. Noi regaliamo agli italiani 5 anni di Governo. Non c’è nessuna crisi in vista. La situazione economica – ha concluso il vicepremier – è tale che nessuno si può permettere di giocare sul futuro degli italiani”
“Felice che Salvini abbia cambiato idea, la crisi era stata minacciata da lui. Ci rincuora sapere che abbia a cuore il destino del governo come noi. Dobbiamo lavorare per gli italiani, c’è ancora molto da fare”, ha commentato il sottosegretario del M5S Stefanno Buffagni su Twitter replicando alle parole di Salvini.