Peggiora lo stato di diritto in Ue e anche in Italia si registra un graduale declino. Il report di Liberties evidenzia come i governi stiano indebolendo le regole democratiche, limitando i diritti. Anche quello a manifestare, proprio in Italia. Le democrazie più antiche, come Francia, Germania e Belgio registrano sfide sporadiche allo stato di diritto, mentre altre consolidate vedono l’ascesa di partiti di estrema destra che portano a un deterioramento dello stato di diritto.
Proprio in questo caso si fa riferimento all’Italia e alla Svezia, sostenendo che il deterioramento è graduale ma rischia di diventare sistemico. A riportare i dati di questa ricerca è il Guardian: lo studio è stato compilato da Liberties con 37 gruppi per i diritti umani in 19 Paesi.
Lo stato di diritto in crisi in Ue
Timori vengono espressi soprattutto in quelle democrazie come Slovacchia, Slovenia e Polonia in cui lo stato di diritto “può oscillare rapidamente – sia verso la ripresa che verso il declino”.
Per Balázs Dénes, direttore esecutivo della Civil Liberties Union for Europe (Liberties), l’Ue deve agire più rapidamente: “Siamo allarmati dalla mancanza di un’analisi seria di ciò che sta realmente accadendo in alcuni luoghi”. E tra i casi citati ci sono quelli dell’Ungheria e della Polonia. In Francia, invece, si parla della riforma della pensioni approvata in un processo legislativa “manifestamente antidemocratico”. Mente in Germania i giornalisti rischiano procedimenti penali se pubblicano decisioni giudiziarie non accessibili al pubblico.
Il caso Italia: gli attacchi alla giustizia, alle manifestazioni e al pluralismo col governo Meloni
L’Italia, in questo report, va di pari passo con la Svezia. Paesi in cui i governi sono guidati e sostenuti da partiti di estrema destra. In questi casi il report parla di una regressione dello stato di diritto in aree quali il sistema giudiziario, la libertà e il pluralismo dei media, lo spazio civico e i diritti umani.
In particolare, in Italia “nel settore della giustizia sono state attuate riforme che in genere tendono a rendere il sistema giudiziario meno efficiente, promuovendo, in particolare, un approccio securitario”.
C’è poi un altro aspetto sottolineato: “Il 2023 ha visto un preoccupante aumento del livello di influenza politica nel settore dei media italiani”, con anche una “ingiustificata interferenza nel servizio pubblico di radiodiffusione” che “non solo minaccia l’indipendenza dei media di servizio pubblico e la sua sostenibilità finanziaria, ma causa anche gravi preoccupazioni sulla protezione del giornalismo libero, indipendente e pluralistico nel Paese”.
Si è verificata “una regressione” anche “nel campo dello spazio civico”. In particolare sia per le norme sul salvataggio in mare sia per le stesse Ong. Il governo Meloni ha anche “imposto limitazioni al diritto di sciopero ed è stato particolarmente ostile nei confronti dei manifestanti”. Si fa riferimento a diversi decreti, come quello Caivano che “testimonia la pratica diffusa dell’intervento normativo, quasi sempre mediante decreti d’urgenza a seguito di fatti di cronaca drammatici, con l’illusione di perseguire questa o quella emergenza attraverso l’inasprimento degli strumenti penali”. Infine, in Italia (come anche in Grecia e Slovacchia) i politici hanno criticato apertamente le decisioni dei tribunali.