Passata la preoccupazione per il Capodanno, il Governo ha fatto il punto sulla minaccia del terrorismo in Italia. E soprattutto ha cercato di rispondere agli attacchi degli avversari, Movimento 5 Stelle in testa, sulla gestione dei migranti. Con il ministro dell’Interno, Marco Minniti, che ha spiegato le proprie intenzioni: realizzare tanti centri di identificazione ed espulsione (Cie) per evitare il sovraffollamento. Dunque, niente a che vedere con i “vecchi Cie”, criticati anche nel Pd e sonoramente bocciati da Beppe Grillo.
Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha usato toni rassicuranti sul terrorismo in Italia: “L’Italia ha un numero minore di ‘radicalizzati’ o foreign fighter, rispetto ad altri Paesi”, ma comunque “il lavoro degli esperti sulla radicalizzazione non si ferma, ma continuerà nei prossimi mesi”. La attenzioni sono concentrate in particolare nelle carceri e sul web, dove è più facile diffondere – e far attecchire – messaggi estremisti.
Nella conferenza stampa il premier ha fatto un’analisi nel dettaglio: “È importante non confondere la lettura di questi percorsi come se fosse identica in tutti i Paesi occidentali. C’è una nostra specificità, per certi versi più rassicurante: le dimensioni numeriche della radicalizzazione sono minori che in altri Paesi. Ma questo non deve in nessun modo indurci a sottovalutare il fenomeno”. Gentiloni ha anche invitato a evitare banalizzazioni: “La minaccia non autorizza a fare equazioni improprie tra migrazione e terrorismo”. Per questo le “politiche migratorie devono coniugare la grandissima attitudine umanitaria e di accoglienza che ci caratterizza e ci caratterizzerà a politiche di rigore ed efficacia nei rimpatri”.
Sulla gestione dei flussi migratori, Minniti ha annunciato le prossime mosse: “Entro fine gennaio faremo una valutazione su come procede il piano predisposto con l’Anci, in merito all’accoglienza diffusa sul territorio”. Il numero del Viminale ha voluto ribadire anche un altro elemento: i Cie che vuole predisporre saranno totalmente ripensati. “I Cie per ogni regione non avranno nulla a che fare con quelli del passato. Avranno un’altra finalità. La mia idea è di parlare di piccoli numeri e non sovraccaricare i territori di quei centri”.