A pensar male si fa peccato ma, dicevano i saggi, spesso ci si azzecca. E allora questa storia non può che partire dal 30 ottobre 2015. Siamo in pieno caos al Campidoglio con l’allora sindaco Ignazio Marino. Quel giorno il “marziano” viene messo con le spalle al muro perché 26 consiglieri decidono di andare dal notaio e rassegnare le loro dimissioni. E così, superando la fatidica soglia dei “25”, Marino non può far altro, in serata, che abbandonare il Campidoglio. Ebbene, in quei giorni a lasciare non furono solo i consiglieri ma anche gli assessori. L’ultima fu proprio lei, Marta Leonori, assessora al Commercio. Da quei giorni è passato praticamente un anno, durante il quale l’ex assessora è finita anche in mezzo all’inchiesta della procura di Roma sui presunti abusi d’ufficio commessi con l’assunzione di manager esterni in Campidoglio. Ma il punto, qui, è un altro: dove la ritroviamo oggi la Leonori? Nientepopodimenoche a Palazzo Chigi.
L’ESPERTA – Scorrendo gli ultimi incarichi e le ultime collaborazioni affidate direttamente dal Governo, infatti, spunta proprio il suo nome. “Esperta”, recita l’oggetto dell’incarico, in servizio al dipartimento della Funzione Pubblica. Prima casualità: a chi risponde il dipartimento? A Marianna Madia, of course. Entrambe romane, entrambe donne di peso del Pd capitolino (la Leonori, oltre ad aver ricoperto l’incarico di assessora, è stata anche deputata, prima di abbandonare l’incarico proprio per emigrare al Campidoglio). E, come se non bastasse, entrambe nel comitato centrale di Italianieuropei, la storica fondazione di chiaro colore dem, guidata da Massimo D’Alema. E allora, forse, non è nemmeno così casuale che, quando nel 2012, la Leonori decide di candidarsi alla segreteria regionale del Pd, a farle campagna elettorale a suon di “Se non Marta chi?” era proprio lei, Marianna Madia.
Ecco allora che, dopo aver rassegnato le dimissioni come gentilmente volevano Matteo Orfini e i renziani romani (tra cui la stessa Madia), la Leonori ha trovato posto a Palazzo Chigi. Ma le curiosità non finiscono certamente qui. Secondo quanto riportato nelle tabelle ufficiali, infatti, la Leonori ha portato a casa 18.500 euro per un’assunzione che risale al 30 maggio scorso e che si è conclusa il 29 agosto. Insomma, di fatto tre mesi – peraltro quelli estivi per i quali è legittimo avere il dubbio su che tipo di lavoro si sia svolto – e più di seimila euro ogni mese. Non male.
ALLA CARICA – C’è da dire, però, che il caso Leonori non è l’unico. Nell’ultimo periodo Palazzo Chigi è stato di manica larga nelle assunzioni. Ecco allora che spunta, per dire, anche il rinnovo della consulenza per Igor Lanzoni al dipartimento Affari Regionali e Sport, nonostante lavori, per non farsi mancare nulla, anche al Comune di Genova e alla Regione Liguria. Curiosa infine pure la nomina di Enzo Bianco, perito informatico piemontese, che si occupa del “monitoraggio dei social forum, del web e delle testate giornalistiche locali” in relazione solo ed esclusivamente alle questioni inerenti l’Osservatorio governativo sulla Tav Torino-Lione. A presiedere l’Osservatorio è Paolo Foietta, per anni dirigente della Provincia di Torino, dove è transitato come consigliere anche Antonio Ferrentino, prima di sbarcare alla Regione. Per anni assistente di Ferrentino è stato proprio Bianco. Ma, ovviamente, è solo un’altra casualità.
Tw: @CarmineGazzanni