Meloni cerca nuove sponde in Ue come ha dimostrato l’incontro con Weber. Mario Furore, eurodeputato del Movimento 5 Stelle, il governo è isolato a Bruxelles?
“Giorgia Meloni teme lo sgambetto al suo Commissario nelle audizioni previste al Parlamento europeo che sono una dura prova da superare e per questa ragione ha sondato Manfred Weber, il leader del gruppo più grande a Bruxelles. La Meloni sa bene che, con il voto contrario a luglio alla elezione di Ursula von der Leyen, si è ficcata in un vicolo cieco e che rischia sia una delega di serie B per il Commissario italiano o addirittura la sua bocciatura nel caso di una performance deludente. La verità è che il governo Meloni è isolato a Bruxelles, o ancora peggio ininfluente. Sul Patto di Stabilità abbiamo dovuto ingoiare il rospo del ritorno dell’austerity, mentre il nuovo Patto su migrazione e asilo non prevede la cancellazione del regolamento di Dublino che da sempre penalizza il nostro Paese. Cercare un successo della Meloni a Bruxelles è una missione impossibile semplicemente perché non c’è”.
Secondo alcuni retroscena l’isolamento italiano è legato principalmente alle posizioni di Salvini: è così? Il vero problema dell’esecutivo a Bruxelles deriva solo dalla Lega o c’è di più?
“Salvini e Meloni hanno votato allo stesso modo all’elezione di Ursula von der Leyen e hanno mostrato l’unico vero volto della destra italiana, quello ideologico e reazionario. Salvini è visto con il fumo negli occhi ma lui è parte integrante di questa maggioranza, senza di lui Meloni va a casa”.
La partita da chiudere al più presto è quella del nuovo commissario italiano. L’Italia può ancora strappare una delega importante, a suo giudizio, o peserà l’isolamento?
“A Bruxelles le dinamiche sono molto più complesse e non pesano solo i pessimi rapporti del nostro governo con quello tedesco, francese, spagnolo e polacco e cioè con i quattro Paesi più grandi dell’Ue. Le vicepresidenze della Commissione a quanto pare andranno assegnate in base alle famiglie politiche di appartenenza, una al PPE, una ai Socialisti e una ai liberali. L’ECR a cui appartengono Meloni e Fitto verrebbe tagliato fuori”.
Von der Leyen aveva chiesto di indicare un nome al maschile e uno al femminile. A quanto pare l’Italia punterà solo su Fitto: nel governo della prima premier, le donne vengono messe in secondo piano?
“Finora su 24 Commissari nominati dagli Stati membri solo 6 sono di genere femminile, appena il 25%, ma io credo che il problema vero sia la qualità dei futuri Commissari che allo stato attuale potrebbero non essere adatti alle sfide di campo progressista che abbiamo davanti come Ue nei prossimi anni. Poi Von der Leyen dovrà spiegare all’opinione pubblica perché ha fatto una promessa – quella della parità di genere della sua Commissione – che non ha potuto mantenere”.
Poi la priorità diventerò la manovra: sarà austera dovendo sottostare alle nuove regole Ue, approvate dal governo italiano?
“I nodi vengono al pettine. Dicendo sì al nuovo Patto di Stabilità il governo è stato masochista, ma noi siamo più preoccupati per la stabilità sociale del Paese e per le ricadute dei tagli che verranno imposti da Bruxelles per colpa del duo Meloni-Giorgetti. La situazione è già drammatica, a luglio secondo dati diffusi tre giorni fa sono cresciute le domande di disoccupazione ed è salita ulteriormente la richiesta di cassa integrazione da parte delle aziende: 36,6 milioni di ore, +27,9% sull’anno. Senza investimenti bloccati dall’austerity rischiamo il collasso della nostra economia”.
Lo slancio di Weber verso l’Italia dimostra che il Ppe vuole spostare la maggioranza in Ue a destra? C’è il rischio di una legislatura più conservatrice?
“Le avvisaglie le abbiamo avute alla fine della scorsa legislatura e nell’impostazione programmatica di Von der Leyen dove non c’è stata nessuna apertura per avviare un processo di pace in Ucraina o si è rimasti indifferenti davanti al massacro del popolo palestinese perpetrato da Netanyahu e dal suo governo di fanatici. Inoltre, dove sono le riforme sociali e le risorse per finanziare la transizione sostenibile che servirà a garantire la sopravvivenza del nostro pianeta? Per questa ragione il Movimento 5 Stelle è all’opposizione di questa Commissione e gli terrà il fiato sul collo durante tutta la legislatura. Noi siamo dalla parte dei cittadini”.