Servono soldi per finanziare la manovra. E il governo li cerca disperatamente. Con tasse, tagli, condoni e ora persino anticipando l’asta per la concessione del gioco del Lotto. L’esecutivo, infatti, sta pensando a una gara per il Lotto.
La concessione, che raccoglie 8 miliardi l’anno, scadrà a novembre del 2025. Troppo tardi, visto che le risorse servono subito, così si pensa di anticipare l’asta per l’affidamento al 2024. Oggi la concessione è in mano al gruppo Igt attraverso la controllata Lottoitalia.
La concessione del gioco del Lotto
Il consorzio guidato da Igt si è assicurato la concessione sette anni fa, con una gara del governo che aveva una base d’asta di 700 milioni. L’offerta vincente fu di 770 milioni e stavolta si punta a salire a quota 800 milioni, almeno. La cifra dipende anche dalla quota di raccolta che spetta al concessionario: oggi è fissata al 6%.
Se la gara venisse anticipata, il governo potrebbe incassare già nel 2024 almeno metà della cifra totale, quindi circa 400 milioni. L’altra metà dovrebbe poi arrivare nel 2025, secondo quanto scrive il Messaggero. La gara potrebbe essere anticipata con una norma apposita in manovra.
Gli altri interventi del governo sui giochi
Il governo sta valutando anche altre possibilità sul tema dei giochi, dopo il lavoro della commissione ad hoc sulla riforma fiscale. Si attende un decreto attuativo sui giochi in cui potrebbe esserci la gara per le concessioni sulla raccolta delle scommesse online: i diritti di raccolta potrebbero essere assegnati a un prezzo fisso di sei milioni di euro, senza un tetto al numero di concessioni.
Si ipotizza che facciano domanda circa 30-40 operatori, per un incasso massimo di 240 milioni. Altro intervento potrebbe riguardare l’adeguamento della tassazione per la raccolta a distanza: oggi l’aliquota calcolata sul margine tra raccolta e vincite pagate è al 22% e potrebbe salire al 26%. Così facendo lo Stato potrebbe guadagnare altri 70 milioni circa.
Un’ultima novità riguarderebbe i Pvr, ovvero i Punti vendita ricarica: parliamo delle attività che reclutano giocatori per un sito di scommesse sportive tramite un’attività commerciale aperta al pubblico. Quindi bar, sale giochi, edicole, dove è possibile ricaricare le schede per il gioco online. Si potrebbe chiedere agli esercenti una somma tra i 200 e i 700 euro, con una sorta di regolarizzazione che farebbe incassare altri 30 milioni circa.