Matteo Renzi non sta nella pelle: “Ora tocca a loro, e pop-corn per tutti!”. Loro sono, ovviamente, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, appena convolati a nozze sulla soglia del prossimo Governo. Ma gli altri, i competitor dell’ex segretario dem all’interno del Pd, non l’hanno presa affatto bene. “C’è da essere preoccupati per un governo come quello che stanno trattando Lega e Cinque Stelle con la compiacenza di Forza Italia. Per le scelte economiche e finanziarie che farà e per le loro ricadute sociali. Per le posizioni che esprimerà in Europa e sulla scena internazionale”.
Il reggente del Pd, Maurizio Martina non usa mezzi termini per descrivere la situazione. E non le manda a dire, sebbene senza citarlo, al suo predecessore. Altro che “stare a guardare con i pop corn in mano”, come aveva detto proprio l’ex sindaco di Firenze. “Non scherziamo – taglia corto Martina –. Dobbiamo metterci presto al lavoro nella società, con ascolto e capacità di proposta. Tornare a mettere radici forti nei luoghi reali della vita delle persone. Senza accettare il loro terreno di propaganda, ma costruendo il nostro nuovo progetto per l’Italia”. Insomma, la polemica è servita.
E il renziano Michele Anzaldi, sentito da La Notizia, ci si butta a pesce. “Nessuno mangia popcorn ed è sorprendente che nel Pd ci sia chi è riuscito ad inventarsi l’ennesima polemica per spaccarsi sui giornali e attaccare Renzi. Certo, a vedere quello che sta succedendo, di spazio per i popcorn ce ne sarebbe eccome – taglia corto -. L’inciucio M5S-Lega sta creando un uragano di proteste sia nella base M5s che nel centrodestra. Di Maio, affogato in due mesi di bugie continue, è sotto processo dei suoi attivisti sui social ed è stato attaccato anche dal quotidiano di riferimento dei cinquestelle, il Fatto, con Travaglio che ha sparato a zero sull’accordo”. Ma non è tutto. “Il governo di queste destre populiste nasce da anni di balle raccontate agli elettori per prendere voti e due mesi di bugie e spartizioni che stanno tenendo l’Italia nella palude – conclude Anzaldi -. E’ chiaro che non c’è di che essere contenti ma mentre tutte le contraddizioni di questi apprendisti stregoni vengono a galla mi sarei aspettato che il Pd evitasse l’autolesionismo tafazziano dell’ennesima divisione e magari rivendicasse l’ottimo lavoro del ministro Minniti sugli sbarchi, crollati addirittura del 75% in un anno”.