Il Mes va approvato per non restare isolati in Europa. Questo il senso di quanto trapela dal quartier generale di Forza Italia dove si teme che l’Italia, unico Paese Ue a non aver ancora approvato il nuovo regolamento del Meccanismo europeo di stabilità, l’ex salva-Stati, possa subire contraccolpi pesanti in Europa.
Si tratta dell’ennesimo dietrofront degli azzurri che sul tema sembrano avere le idee confuse. Già perché il partito di Silvio Berlusconi è passato dal sostenere fortemente questo strumento – tanto da chiederne perfino un’attivazione rapida ai tempi della pandemia -, per poi ripensarci la settimana scorsa quando è stata ribadita la contrarietà al progetto, fino all’ultimo dietrofront di questo weekend in cui si è tornati più che possibilisti.
Mes, da Fi un’altra giravolta
A dirlo in modo chiaro è stato Antonio Tajani in un’intervista al Sole 24 Ore dove ha detto di essere sempre stato favorevole all’utilizzo del Mes, pur esprimendo “riserve sui regolamenti”.
Secondo il ministro degli Esteri questo “strumento dovrebbe essere sotto il controllo del Parlamento europeo. La mia è una critica europeista. Ma troveremo il modo per far sì che chi lo voglia utilizzare possa farlo. Più che parlare senza sosta del Mes, insisterei sulla creazione di un Fondo europeo per l’energia e la competitività, sul modello dei Pnrr, per controbilanciare il Fondo Ira americano che aiuterà le imprese Usa a partire da gennaio, per 370miliardi”.
Posizioni distanti
Lo stesso ministro degli Esteri la settimana scorsa sembrava pensarla in modo diverso tanto che aveva spiegato che “sul Mes ci sono delle riserve, delle perplessità, da parte delle forze di maggioranza”.
Sempre il titolare della Farnesina poi aggiungeva che “la mia forza politica ha espresso la sua riserva sul regolamento del Meccanismo europeo di stabilità, in particolare per quanto riguarda il mancato controllo della guida da parte ad esempio del Parlamento europeo. Per quanto ci riguarda è una riforma poco europeista”.
Una posizione di fatto allineata a quella degli alleati di governo, la Lega e Fratelli d’Italia, che sono da sempre contrari al Mes. Posizione che è stata confermata la settimana scorsa quando il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha passato la palla al Parlamento dopo che la Corte costituzionale tedesca ha dato il via libera al Meccanismo europeo di stabilità.
“Siamo coscienti dell’impegno assunto dall’Italia e che allo stato tutti gli altri Aderenti abbiano proceduto alla ratifica” aveva spiegato il titolare del Mef. Lo stesso ha poi spiegato anche che “alla luce dei dati fattuali prima ricordati (le condizionalità da rispettare per ottenere l’assistenza finanziaria del fondo, ndr) emerge con chiarezza la necessità che la decisione di procedere o meno alla ratifica del Trattato sia preceduta da un adeguato e ampio dibattito in Parlamento“.