Ricordate i tempi del Governo di Mario Monti? Correva l’anno 2011. Sono passati da allora sette anni ma sul groppone di Palazzo Chigi e dei ministeri ancora pesano 59 decreti attuativi. Parliamo, cioè, di 59 provvedimenti che ancora mancano per concretizzare alcune delle leggi approvate illo tempore dall’Esecutivo. Leggi che, oggi, proprio per la mancanza di decreti attuativi, restano inapplicate. Col risultato, grottesco, che alcune norme sono valide ma solo su carta. A dirlo, nero su bianco, è l’Ufficio per il programma di Governo di Palazzo Chigi che, periodicamente, monitora la mole di decreti che ancora devono essere approvati. Ma c’è di più. Perché accanto all’eredità di Monti, si aggiunge quella di Enrico Letta: mancano all’appello ancora 43 provvedimenti attuativi di leggi approvate dall’Esecutivo sepolto dal tristemente noto #enricostaisereno. Insomma, a conti fatti mancano ancora 102 decreti che rendono monche leggi approvate nel periodo 2011-2013.
Una mole incredibile – Sarà andata meglio con l’avvento di Matteo Renzi? Niente affatto. Dal report di Palazzo Chigi, infatti, emerge che le tante leggi approvate nella stagione renziana, mancano in totale di 176 provvedimenti attuativi. E non parliamo di decreti banali. Per dire: mentre ci si appresta ad approvare la Stabilità 2018, bisogna fare ancora i conti con la Stabilità 2015 (approvata a fine 2014) che ancora manca di 17 decreti; con la Stabilità 2016 che ha un “buco” di 30 provvedimenti attuativi; e infine con l’ultima Stabilità approvata, quella 2017, che, su un totale di 77 decreti necessari, presenta un deficit di 33 provvedimenti. Ma ce n’è di ogni, ovviamente. Prendiamo il cosiddetto Decreto Banche: su un totale di sette decreti, ne risultano approvati soltanto due. Arriviamo, così, a Paolo Gentiloni. Secondo quanto riportato nel rapporto, si legge che, in termini assoluti, le leggi approvate avrebbero bisogno di 317 provvedimenti. Considerando che, nella lista dei provvedimenti attuativi adottati nel corso del 2017 e facenti riferimento a leggi approvate dall’Esecutivo in carica, si contano 49 decreti, resta un “buco” di 268 provvedimenti. Ergo: a conti fatti il Governo dovrebbe ancora approvare qualcosa come 546 decreti. Con l’aggravante che, verosimilmente, la nuova legge di Stabilità porterà in dote una nuova mole di provvedimenti da adottare.
Sud dimenticato – Tra i tanti buchi una nota di (de)merito va all’impegno istituzionale per il Sud. Come denunciato in un’interrogazione presentata in questi giorni da Guglielmo Vaccaro, l’ambizioso programma “Resto al Sud” per incentivare i giovani all’avvio di attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno, è ancora fermo: 1250 milioni di euro (a valere sul Fondo sviluppo e coesione 2014/2020) risultano bloccati. La ragione? I decreti attuativi dovevano essere firmati entro il 13 settembre di quest’anno. Dovevano, appunto. Perché, dice Vaccaro, in Gazzetta Ufficiale non c’è traccia.
Tw: @CarmineGazzanni