Il Governo brinda alla diminuzione delle tasse. Organizzando una giornata di autocelebrazione. E proprio mentre gli italiani erano alle prese con la scadenza di circa 20 imposte, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha parlato di un alleggerimento di 20 miliardi di euro. Ma, dati alla mano, la storia è diversa: la pressione fiscale non è scesa negli ultimi due anni. Anzi, da quando Matteo Renzi si è insediato a Palazzo Chigi, i cittadini hanno pagato di più allo Stato. Solo dalla tassazione sugli immobili l’erario otterrà 30 miliardi di euro: almeno 6 in più rispetto all’esecutivo guidato da Enrico Letta. E il dato complessivo della pressione fiscale è del 44,2% nel 2016 a fronte del 43,7% del 2015 (e del 43,4% del 2014).
“In questo dato dobbiamo considerare le clausole di salvaguardia (aumento Iva e delle accise su tabacchi e benzina, ndr) che sono in vigore e al momento risultano soltanto neutralizzate. La percentuale della pressione fiscale si valuta a legislazione vigente e non sui magheggi che vengono promessi per l’anno prossimo”, spiega il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta, illustrando il dossier presentato sulle pressione fiscale. Dunque, le clausole non possono essere escluse fino a una loro cancellazione. Ma il partito di Silvio Berlusconi non si sofferma solo sulla tassazione degli immobili. Perché negli ultimi due anni si è verificato “l’aumento delle tasse sul risparmio dal 20% al 26%, l’ampliamento delle categorie di imprese soggette all’Irap, la riduzione delle detrazioni Irpef per i redditi superiori a 55mila euro e l’incremento della tassazione sui fondi pensione dall’11% al 20%”. E la lista prosegue con l’aumento delle tasse sul fondo Tfr dall’11% al 17%, sulle casse previdenziali dei professionisti dal 20% al 26 e sui diritti di imbarco nel trasporto aeroportuale.
CONCESSIONE
Numeri da brivido. Eppure Renzi ha esultato: “Per la prima volta le tasse vanno giù. Le chiacchiere stanno a zero, qui non si parla di promesse ma di risultati verificabili”. Un fatto è certo: la Tassa sui servizi indivisibile (Tasi), che aveva sostituito la famigerata Imu, è stata effettivamente cancellata. Quindi i cittadini hanno risparmiato qualcosa? La risposta è “no”. Perché “non avendo chiaro come verrà restituito il mancato gettito della Tasi, i Comuni hanno aumentato l’aliquota della Tari (Tassa sui rifiuti), l’altra tassa di loro competenza”, denuncia Forza Italia nel report presentato a Montecitorio. “La Tari, secondo gli studi di Confcommercio, ha subito un incremento del 55% pari a 3 miliardi di euro, proprio quelli che servono per colmare il buco della Tasi”, prosegue il dossier degli azzurri. Il tutto senza un effettivo miglioramento del servizio di raccolta dei rifiuti. “C’è stato il gioco delle tre carte. Renzi ha solo evitato che la tassazione sugli immobili toccasse un ulteriore record”, sintetizza Brunetta.
TASSE INDIRETTE
E non solo. C’è un altro aspetto sollevato dal vicepresidente della Camera, Simone Baldelli: “I cittadini combattono spesso con le multe, usate dai Comuni come un bancomat. Questi soldi non vengono conteggiati nel gettito fiscale, ma rappresentano un capitolo di spesa per le famiglie. Perché i sindaci le usano per fare cassa”.