“Il Consiglio dei ministri approva il DEF indicando +1% di Pil nel 2023, contemporaneamente il Fmi indica +0,7%. Il tutto mentre stiamo ancora aspettando la pubblicazione dello scorso decreto licenziato dal Cdm sull’emergenza siccità. Ritardi, approssimazione, assenza di investimenti e una crescita asfittica sono la tara di questo Governo”. È quanto scrive su Twitter il capogruppo del M5S in Commissione bilancio del Senato e già ministro dello sviluppo economico e dell’agricoltura, Stefano Patuanelli (nella foto), commentando l’approvazione da parte del governo del Def 2023.
Patuanelli: “Ritardi, approssimazione, assenza di investimenti e una crescita asfittica sono la tara di questo Governo”
“Siamo al paradosso che Governo e maggioranza provano a enfatizzare una stima di crescita del Pil 2023 dell’1%, in lieve rialzo, quando questo stesso numero rappresenta appena un quarto della crescita del 2022. Dopo un risultato cumulato del biennio 2021-2022 di quasi l’11%, questo Def restituisce l’Italia alla bassa crescita che ha contraddistinto gli ultimi 20 anni, facendo danni enormi al tessuto produttivo” afferma, invece, il capogruppo M5S in Commissione finanze della Camera, Emiliano Fenu (nella foto).
“Peraltro nelle stesse ore in cui il Governo prova a sottolineare questo +1%, il Fmi ha previsto per quest’anno una crescita dello 0,7% – aggiunge l’esponente M5S -, il solito trend da prefisso telefonico. Per il 2023 lo spazio fiscale ricavato dall’Esecutivo ammonta a soli 3 miliardi, praticamente il nulla, che saranno dedicati a un taglio del cuneo fiscale da qualche euro al mese a beneficio di pochissimi contribuenti. Il tutto mentre l’inflazione continua a mordere minacciando la domanda, mentre l’aumento dei tassi da parte della Bce produce un incremento delle rate di mutui e prestiti che penalizzeranno ancora di più l’economia e mentre il contesto geopolitico continua a essere in piena fibrillazione”.
Per il M5S il Def è una botta di austerità in piena regola. Fenu: “Si tradurrà in altri tagli a sanità, istruzione e investimenti”
“Di fronte a tutti questi rischi – conclude il capogruppo M5S in Commissione finanze della Camera – il Governo non trova di meglio che reagire con un abbattimento monstre del deficit che passa dal 5,6% del 2022 (al netto delle riclassificazioni contabili) al 4,5% di quest’anno e al 3,7% del 2024: un taglio secco di quasi due punti che vale in soldoni 40 miliardi. Una botta di austerità in piena regola, che si tradurrà in altri tagli a sanità, istruzione e investimenti, in perfetta linea di continuità con l’ultima Legge di bilancio”.