Per Giuseppe Conte la partita in Europa non è certo finita, anzi è appena cominciata. Accantonate le polemiche infinite su un possibile ricorso al Mes anche nella versione “light”, ipotesi scartata con decisione dal premier, l’Italia deve ora portare a casa un risultato concreto. Dopo l’accordo raggiunto dai ministri delle Finanze nel corso dell’ultimo Eurogruppo sulle misure economiche per affrontare la crisi, tocca ora al premier in persona presiedere al Consiglio europeo che si terrà in videoconferenza il 23 aprile. Il pacchetto proposto, la triplice “rete di sicurezza” – Mes, intervento della Bei e piano Sure -, mette in campo 500 miliardi e altrettanti dovrebbero arrivare dal “piano europeo di ripresa”.
Ma è proprio questo il nodo irrisolto, come e quando questo Recovery Fund verrà finanziato: con gli Eurobond, cioè con emissioni di debito comune come auspicano Italia e Francia, oppure ricorrendo al tradizionale bilancio dell’Unione Europea per fare leva sui mercati? In ogni caso qualunque soluzione dovrà essere approvata da tutti i 27 stati. E lo scoglio da superare è il solito, il veto olandese e tedesco a qualsiasi forma di condivisione del debito, anche se l’atteggiamento oltranzista di Angela Merkel è stato contestato nella sua stessa maggioranza e dal presidente della Repubblica federale di Germania, Frank-Walter Steinmeier. Il quale un paio di giorni fa ha parlato ai suoi connazionali in un videomessaggio sottolineando l’importanza della solidarietà fra stati europei.
Intanto la prossima settimana la Commissione Ue dovrebbe presentare la nuova proposta di bilancio 2021-2027 che potrebbe prevedere risorse tra 1.500 e 2.000 miliardi di euro in sette anni attraverso emissioni effettuate dall’esecutivo comunitario stesso, grazie alle garanzie del bilancio Ue e degli stati membri: il modello è quello adottato dal piano Sure, non sarebbero Eurobond veri e propri – anche se Conte ha ribadito che lotterà fino alla fine per ottenerli – ma qualcosa che ci andrebbe molto vicino. Sostanzialmente un modo per aggirare lo scontro politico sul debito comune e trovare una soluzione di compromesso. A cui stanno lavorando, in vista del giorno clou, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, quello dell’Eurogruppo Mario Centeno, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e la numero uno della Bce Christine Lagarde.