Il Governo alle prese con la Manovra

Oggi il primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva. Sul tavolo c'è anche la manovra che il governo dovrà varare entro fine anno.

Il Governo alle prese con la Manovra

Oggi si riunirà il primo Consiglio dei ministri post vacanze, dopo una settimana stata ricca di polemiche e colpi di scena, soprattutto sul tema del varo della prima Manovra che l’esecutivo Meloni dovrà affrontare nelle prossime settimane e per la quale serviranno quasi 50 miliardi di euro.

Venerdì scorso la premier Giorgia Meloni è ritornata nel suo ufficio di Palazzo Chigi dopo una vacanza trascorsa tra la Puglia, in una masseria di Ceglie Messapica in provincia di Brindisi, e qualche giorno in Albania dal collega Edi Rama, testimoniato da una foto postata sui suoi profili social ritratta dietro alla sua scrivania in cui ringrazia il popolo pugliese per l’accoglienza e aggiunge: “Al lavoro per costruire un’Italia che torni a pensare in grande”.

Oggi il primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva. Sul tavolo c’è anche la manovra che il governo dovrà varare entro fine anno

Con ogni probabilità la premier ha ripreso in mano i dossier più importanti che saranno trattati nei prossimi giorni e portati all’attenzione del Consiglio dei ministri convocato per oggi. Primo su tutti, la manovra finanziaria che il governo dovrà varare entro fine anno. Il post social della premier può sembrare quasi un avvertimento agli alleati di governo e ai suoi ministri nel rivedere le proprie priorità, perché lo spazio di manovra è davvero molto stretto. In cassa ci sono meno di 10 miliardi, ma per esaudire tutte le richieste dei ministri ne servono quasi 50, quindi a qualcosa si dovrà rinunciare.

Salvini spinge Quota 41, Forza Italia la rivalutazione delle pensioni minime a 700 euro

Il nodo principale resta quello delle pensioni. Sul tavolo del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ci sono già le richieste dei due vicepremier: Quota 41 a cui tiene molto Matteo Salvini e la rivalutazione delle pensioni minime a 700 euro cara a Forza Italia e storica battaglia del fondatore Silvio Berlusconi. Ma al momento le risorse per coprire queste misure non ci sono. Intanto, voci dal palazzo fanno trapelare che sul tema pensioni uno spiraglio di trattativa potrebbe esserci. L’ipotesi al vaglio potrebbe essere la conferma di Quota 103 e la rivalutazione degli assegni a 600 euro.

Per Meloni la priorità resta il costo del lavoro. Il taglio del cuneo fiscale sarà in cima alle misure da finanziare

Per il presidente del Consiglio però la priorità resta il costo del lavoro, per cui il rinnovo del taglio del cuneo fiscale sarà in cima alle misure da finanziare, e su questo c’è ampia condivisione con gli alleati di governo, anche se il costo si aggira intorno ai 9 miliardi ovvero quasi tutta la disponibilità in cassa. In questi giorni Giorgia Meloni ha tracciato una road map che sarà discussa in un vertice ristretto convocato a Palazzo Chigi il 4 settembre con Salvini, Tajani e i rispettivi capigruppo per sciogliere i primi nodi. Sul salario minimo, invece, la questione è rimandata ad ottobre quando il lavoro affidato al Cnel dalla premier sarà realizzato, per poi avviare una discussione con le parti sociali e i sindacati.

Il primo atto, lungo il percorso che porterà al varo della legge di bilancio, sarà la Nadef che andrà presentata fra il 25 e il 27 settembre e una bozza della manovra dovrà essere pronta per la metà di ottobre.

La flessibilità dell’Ue verso il nostro Paese sarà piuttosto ridotta

In questo scenario vanno considerati i rapporti con l’Europa e la ratifica dell’Italia del Meccanismo europeo di stabilità che dovrà arrivare entro fine anno, pena il ritorno al vecchio sistema considerato da tutti i partner europei controproducente e non all’altezza delle sfide che ci attendono, in particolare riguardo i prossimi investimenti. Da Bruxelles fanno capire che se l’Italia non dà un segnale chiaro e rapido la flessibilità verso il nostro Paese sarà piuttosto ridotta.

Sul fronte politico, invece, questo periodo ferragostano sicuramente lo ricorderemo per le polemiche scaturite dal contenuto del libro del generale Roberto Vannacci che hanno alimentato un acceso dibattito politico dentro e fuori la maggioranza. La scelta del ministro della Difesa Guido Crosetto di rimuovere il generale dall’incarico di comandante è stata criticata da alcuni alleati e anche da una parte del suo stesso partito. Crosetto si è chiuso nel suo silenzio così come la premier Meloni che sull’argomento ha preferito non intervenire.

I partiti stanno già organizzando le macchine elettorale e in Fratelli d’Italia iniziano a delinearsi le prime correnti che sono mal sopportate dalla leader Giorgia Meloni, che intanto ha provveduto a nominare come capo della segreteria politica sua sorella Arianna, nonché compagna del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, e capo della comunicazione del governo il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. Due nomine che confermano il rapporto di estrema fiducia della premier nei confronti di quello che viene definito “un fratello” appunto Fazzolari, mentre l’altra invece è di sangue.

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