Per salvare la Grecia i tempi si allungano. Accordo vicino sul piano di Tsipras. Ma serve un altro Eurogruppo

Il giorno tanto atteso porta ad un altro rinvio. Il futuro della Grecia resta appeso ad un filo. La partita tra Atene e Commissione Ue, Bce e Fmi resta ancora aperta. Servirà un altro Eurogruppo per raggiungere l’accordo.

IL PIANO DI ATENE
Le posizioni ormai sono vicine, con le nuove proposte Grecia e creditori distano solo uno 0,5% del pil ellenico. Intanto la Grecia ha presentato nuove proposte, Tsipras le ha illustrate per telefono a Merkel, Hollande e Juncker.  Atene sarebbe pronta ad adottare misure fiscali permanenti pari al 2% del pil mentre i creditori chiederebbero misure per il 2,5%. Lo 0,5% mancante verrebbe coperto da altri “provvedimenti amministrativi”. Accetterebbero poi di abolire le pensioni anticipate dal 2016, e aumenterebbero il contributo di solidarietà richiesto a contribuenti e società. Ma tutto in cambio di una ristrutturazione del debito. I passi in avanti sono stati compiuti ma più di qualcosa è ancora da limare come ha spiegato il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker: “Sono stati compiuti progressi nei gironi scorsi, ma ancora non ci siamo. Non so se arriveremo ad un accordo oggi”.

PRIMA DEL RINVIO
Dopo l’ennesima fumata nera che si è levata dall’Eurogruppo, il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, ha rotto gli indugi e deciso di mettere intorno a un tavolo – quest’oggi – i capi di governo, convinto che “sia giunto il momento di affrontare urgentemente la crisi greca al più alto livello politico”. Con le controparti è stato chiaro: “La situazione è critica, siamo vicini al punto in cui il governo greco dovrà decidere tra accettare quella che ritengo una buona offerta di continuo supporto, oppure di andare dritto verso il default”. Sul tavolo Ue andrà anche il piano di rafforzamento economico della regione, anticipato proprio per dare un segnale di unità del Vecchio continente. “Le sorti della Grecia e dell’euro si giocheranno, in buona parte, oggi”, spiega il commissario europeo per gli Affari economici, Pierre Moscovici.