Il Giappone mette alla porta la Chiesa dell’Unificazione, nota anche come setta Moon, revocandole lo status di organizzazione religiosa. La decisione è stata presa da un tribunale distrettuale di Tokyo, su richiesta del governo centrale, che ha così privato la setta dei vantaggi fiscali di cui godeva, anche se potrà continuare a operare come altra forma giuridica. L’organizzazione ha già fatto sapere di voler presentare ricorso contro la decisione del tribunale.
Il culto è risultato indirettamente collegato all’assassinio dell’ex primo ministro Shinzo Abe, avvenuto nel luglio 2022 per mano di un adepto della setta. La richiesta è stata presentata dal Ministero dell’Istruzione e della Cultura — responsabile degli affari religiosi — nell’ottobre 2023, a seguito di un’indagine durante la quale le autorità hanno intervistato più di 170 vittime di presunte pratiche abusive dell’organizzazione.
La Chiesa dell’Unificazione è la terza organizzazione religiosa a essere presa di mira in Giappone, dopo la setta Aum Shinrikyo (“Verità Suprema”), ideatrice dell’attacco con gas sarin nella metropolitana di Tokyo del 1995, e il tempio buddista Myokakuji della setta Nichiren, il cui leader è stato condannato per frode.
Il Giappone mette alla porta la Chiesa dell’Unificazione levandole lo status religioso. La setta era indirettamente coinvolta nell’omicidio dell’ex premier Abe
Fondata nel 1954 in Corea del Sud, la Chiesa dell’Unificazione è nota per i suoi matrimoni di massa e da decenni suscita polemiche in Giappone per le ingenti donazioni richieste agli adepti e la pratica delle cosiddette “vendite spirituali”, che costringono i membri ad acquistare articoli a prezzi esorbitanti, portando a numerose cause legali.
Tetsuya Yamagami, assassino di Abe, ha spiegato il suo gesto accusando il nonno dell’ex premier — anche lui ex primo ministro del Giappone — Nobusuke Kishi, di aver contribuito all’arrivo e all’insediamento della setta nell’arcipelago. La sua testimonianza ha portato alla luce importanti collegamenti tra la politica nazionale e la setta, che avrebbe anche organizzato brogli elettorali, spingendo a un rimpasto di governo.
L’allora primo ministro Fumio Kishida vide la sua popolarità minata dal caso e fu costretto ad avviare un’indagine interna sui legami del governo con la Chiesa dell’Unificazione, procedendo a una “pulizia” dei parlamentari e dei ministri sospettati di avere contatti con l’organizzazione religiosa.