Le nuove previsioni del Fondo Monetario Internazionale sono catastrofiche. Le peggiori dai tempi della Grande Depressione del 1929, come sentenzia la capo economista Gita Gopinath. Il coronavirus costerà 9 mila miliardi all’economia globale. In pratica è come se, di colpo, sparisse la ricchezza di Germania e Giappone messi insieme. Uno scivolone del 6,2% passando da una previsione al rialzo del 3,2% fatta a gennaio ad una al ribasso del 3%.
L’Italia, come al solito, pagherà un costo altissimo con un calo del 9,1%. Solo la Grecia, a meno 10% farà di peggio nell’area euro. Andrà meglio l’anno prossimo con una crescita del 4,8% rispetto a +0,7% previsto nel rapporto di gennaio. In tre mesi, spiegano i tecnici di Washington, è cambiato il mondo. L’economia mondiale è passata da una stima di buona crescita del 3% al precipizio di una crisi di cui non si vede la fine. Le speranze di recupero sono legate alla velocità di uscita dalla quarantena cui quasi tutto il mondo si è chiuso. Le previsioni del Fmi, infatti, sono basate sulla fine dei blocchi fra maggio e giugno che consentirebbe un miglioramento nella seconda metà dell’anno per poi accelerare nel 2021 . Se invece la riapertura dovesse tardare la stima al ribasso salirebbe da meno 3% a meno 8%.
Per l’Italia è previsto un peggioramento di 9,6 punti percentuali come saldo fra la caduta stimata del 9,1% e la previsione di gennaio che segnalava una piccola crescita dello 0,5%. Secondo l’Fmi inoltre la disoccupazione potrebbe superare il 12,7%, il deficit schizzare all’8,3% e il debito pubblico al 155,5%. Valori che mettono veramente in discussione la capacita’ del Paese di sostenere il suo debito che in termini assoluti potrebbe arrivare a 2.600 miliardi. A fronte di una discesa così violenta sarà probabilmente necessario superare le impuntature attuali e andare velocemente verso forme più stringenti di cooperazione europea. Il ruolo della Bce e di tutte le banche centrali, in questa fase, è fondamentale.
Il Fondo monetario internazionale si dichiara pronto a intervenire a sostegno dei Paesi maggiormente in difficoltà. Ma basterà ad evitare la catastrofe economica e finanziaria? L’Italia per esempio farà peggio dell’eurozona (-7,5%), ma anche di tutti i principali Paesi dell’area euro con la Spagna accreditata di un -8%, la Francia di un -7,2% e la Germania del -7%. Non va molto meglio nel resto del mondo. L’epidemia abbatterà del 5,9% gli Usa, 6,5% ail Regno Unito, 5,2% al Giappone e inchioderà a una crescita dell’1,2% la Cina, che rimbalzerà al 9,2% nel 2021 contro il +4,7% degli Stati Uniti. Anche l’Italia crescera’ il prossimo anno del 4,8% .
Secondo il Fondo è immaginabile che la battaglia contro il virus sia ormai vicina alla vittoria. Tuttavia potrebbe anche non essere così. A Washington fanno diversi esercizi per capire. Una specie di stress-test per l’economia globale. Immaginano un ritorno dell’epidemia nel 2021. Se accadesse governi e banche centrali avrebbero minori risorse a disposizione per rispondere alla nuova emergenza e si assisterebbe a un taglio del 5% del Pil rispetto allo scenario base. Dunque, invece di un rimbalzo del 5,8%, l’incremento del Pil globale nel 2021 si limiterebbe a un asfittico 0,8%. L’altro scenario disegnato prevede entrambe le cose: prolungamento del lockdown quest’anno e seconda ondata di coronavirus il prossimo. Una situazione del genere spingerebbe il Pil globale dell’8% sotto le stime dello scenario base, con una contrazione del 2,2% nel 2021.