Prima l’Ufficio di presidenza convocato per oggi. Poi l’audizione del neo presidente del Cda di Viale Mazzini, Marcello Foa, fissata per mercoledì mattina, prima del voto di ratifica della commissione di Vigilanza Rai. Un percorso che, nel giro di ventiquattr’ore, salvo sorprese a questo punto molto improbabili, dovrebbe sbloccare la partita del vertice della tv pubblica e, a cascata, quelle delle nomine dei direttori di Rete e dei Tg.
Stretta finale – Una matassa che, al netto dei ricorsi annunciati da parte di dei dem sulle barricate per una nomina a loro dire illegittima, è stata sbrogliata grazie alla rinnovata intesa raggiunta tra il leader della Lega, Matteo Salvini, e quello di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Che già una volta aveva fatto mancare i voti (decisivi) dei suoi a Foa (per la ratifica occorre il placet dei due terzi della Vigilanza). Singolare poi che sia proprio il Pd, che con Berlusconi strinse il Patto del Nazareno sulle riforme costituzionali, a gridare oggi all’inciucio per il via libera degli azzurri al presidente Rai proposto dalla Lega. Una partita, tutta interna al Centrodestra, dalla quale peraltro i Cinque Stelle si sono tenuti a debita distanza. Fermo restando il giudizio positivo sull’indipendenza di Foa. Certo è che il via libera del Cavaliere riaccende il doppio forno della Lega: al Governo con il Movimento e in corsa alle Regionali con FI e FdI. A cominciare dalle sfide in Basilicata e Abruzzo, dove il Centrodestra può puntare ora a una doppia vittoria.