Che le misure adottate dal governo dopo la cancellazione del Reddito di cittadinanza fossero un flop non è certo una novità. Ma ora a confermarlo ci sono anche i numeri del primo osservatorio sull’Assegno di inclusione e sul Supporto formazione lavoro dell’Inps. L’istituto di previdenza certifica non solo la netta riduzione della platea dei beneficiari delle misure di sostegno al reddito per chi è più in difficoltà, ma anche la discrepanza tra i numeri veri e le aspettative del governo.
Il flop dell’Assegno di inclusione e del Supporto formazione lavoro
A maggio le famiglie beneficiarie dell’Assegno di inclusione sono 624.712, pari a oltre 1,5 milioni di persone e per un importo medio di 617 euro a nucleo. La differenza con il Reddito di cittadinanza è notevole: l’ultimo report ha evidenziato che nel 2023 ne hanno beneficiato almeno 1,2 milioni di famiglie, ovvero 2,9 milioni di persone. Quasi il doppio. Anche se l’importo medio era leggermente più basso (562 euro).
Ma c’è di più, perché le famiglie raggiunte sono anche molte meno delle 737mila stimate dal governo. E ancora peggio va sul fronte del Supporto formazione e lavoro: qui si puntava a 265mila beneficiari, ma invece ci si è fermati a quota 96mila domande accolte con prestazioni erogate. A maggio la quota è addirittura scesa a soli 57mila. Come sottolinea Daniela Barbaresi, segretaria confederale della Cgil, i dati dell’Inps “certificano che 600mila famiglie e un milione di persone in condizioni di disagio e povertà che un anno fa beneficiavano del Reddito di cittadinanza oggi sono escluse dall’accesso all’Assegno di inclusione e lasciate sole dal governo Meloni”.