Doveva fare miracoli. Chi, in effetti, meglio di una delle regine del turismo nostrano per rilanciare il settore? Sarà stato questo il ragionamento di Giorgia Meloni quando ha scelto Daniela Santanchè, ex proprietaria del Twiga, lo stabilimento balneare più noto d’Italia, come ministra del Turismo. E invece, l’estate del 2023 è quella sì dei record, ma in negativo.
La Santanchè doveva fare miracoli per rilanciare il turismo ma l’estate del 2023 sarà ricordata per i record in negativo
Ad agosto gli italiani che sono andati in vacanza sono stati il 10% in meno rispetto allo scorso anno. Niente male per essere la prima estate davvero Covid-free, quella che tutti si aspettavano con cifre strabilianti. Per carità, la colpa non sarà stata tutta di Santanchè, che a Ferragosto era impegnata a lanciare promesse di vacanze accessibili a tutti dal suo Twiga, ciò che di più distante c’è dall’idea di villeggiatura per tutti.
Ad agosto sono andati in vacanza 20 milioni di italiani, il 10% in meno rispetto all’anno precedente. Resta, nonostante il calo, il periodo più gettonato per le ferie. In totale quest’estate sono andati in vacanza 37,5 milioni di italiani. Ma si è trattato di villeggiature più corte che in passato: per la metà di loro sono durate meno di una settimana. Il 25% ha invece speso in vacanza tra una e due settimane, mentre solamente il 4% si è fermato per più di un mese.
La preferenza è stata per le mete nazionali, che restano le più ambite nonostante la discesa del turismo domestico registrata quest’anno, anche e soprattutto a favore di mete all’estero a costo più basso. Infatti il 28% dei vacanzieri ha scelto di andare fuori dai confini nazionali, soprattutto perché riteneva le offerte più convenienti. La maggioranza degli italiani in viaggio ha poi cercato di risparmiare alloggiando in case di proprietà, di parenti e amici o in appartamenti in affitto. Sale anche la quota di chi ha scelto gli agriturismi. E in quest’estate per i vacanzieri la prima voce di spesa ha riguardato cibo e vino: il budget delle ferie si spende soprattutto per mangiare e bere, insomma.
Ad agosto sono andati in vacanza 20 milioni di italiani, il 10% in meno rispetto all’anno precedente
Questi dati dicono che il rilancio del turismo quest’anno non c’è stato. Eppure la strada sembrava spianata, con i mesi primaverili e l’inizio dell’estate che avevano fatto registrare flussi record di turisti provenienti soprattutto dall’estero. La voglia di viaggiare, sicuramente, è tornata a pieno dopo il Covid. I soldi per farlo, però, no. E così la ragione principale del calo del turismo in Italia è da ricondurre proprio a fattori economici. Innanzitutto l’inflazione e la difficile situazione del momento sembrano preoccupare le famiglie, che hanno speso nell’ultimo anno i loro risparmi e che, tra l’altro, non hanno alcuna rassicurazione sulla possibilità di un aumento degli stipendi nei prossimi mesi, con il rinnovo dei contratti praticamente fermo per tantissime categorie (a partire dai dipendenti pubblici).
Non bastasse la difficile situazione generale, ci sono da aggiungere i rincari dell’estate. Sicuramente quelli di un sistema turistico – strutture ricettive, ristoranti, servizi di vario genere – che ha ritoccato spesso i prezzi al rialzo, rendendo proibitive le vacanze in Italia. Non a caso è stato l’anno del boom dell’Albania, meta scelta da migliaia di connazionali proprio per i suoi prezzi più bassi. Nessun argine al caro prezzi è stato imposto dal governo.
Così come nulla è stato fatto contro il caro benzina, con il prezzo che ha superato i 2 euro al litro in autostrada e la maggioranza che ha pensato di non intervenire in modo da assicurarsi un po’ di extra-incassi, che fanno tanto comodo in vista della manovra. E chi se ne importa del turismo, neanche fosse un traino per il Pil italiano.