La spesa sanitaria non solo è scesa rispetto al Pil, ma anche in termini assoluti. A dirlo non sono le opposizioni, che da tempo denunciano i mancati investimenti dell’esecutivo sulla sanità, ma è lo stesso governo. E lo fa nel Def di Giancarlo Giorgetti, approvato in Consiglio dei ministri e contenente le stime aggiornate sulla spesa del 2023.
Lo scorso anno la spesa sanitaria è scesa in valori assoluti rispetto al 2022, passando da 131,7 a 131,1 miliardi. Altro che l’aumento delle risorse di cui la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è più volte vantata rispondendo agli attacchi dell’opposizione sul tema.
Il governo smascherato dal suo Def: scende la spesa sanitaria nel 2023
Come racconta Pagella Politica, l’esecutivo ha fatto l’esatto opposto di quanto aveva indicato nelle stime della Nadef dello scorso autunno. In quel testo, infatti, si stimava una spesa per il 2023 di 134,7 miliardi per la sanità, con un aumento previsto del 2,8%. Invece si è addirittura assistito a un calo dello 0,4% nelle somme investite. Quindi non solo la spesa scende rispetto al Pil (dal 6,7% al 6,3%), ma anche in valore assoluto.
Il calo, spiega una nota a piè di pagina del Def, è legato a due motivi. Il primo, quello principale, è che sul 2023 non sono stati conteggiati gli oneri per il rinnovo dei contratti del personale dirigente e del personale convenzionato nel triennio 2019-2021, in quanto non è avvenuto. Quelle cifre verranno quindi spostate tutte sul 2024. Il secondo motivo è invece dettato dalla “minore quantificazione” delle spese nel 2023 per l’Unità per il completamento della campagna vaccinale e per le misure contro la pandemia, un’unità che è stata soppressa a luglio del 2023.