Il Gp Liberazione 2017 non si farà. La storica corsa ciclistica, organizzata a Roma ogni 25 aprile per celebrare la fine dell’occupazione nazifascista, è stata stroncata dalla crisi economica, ma anche dall’assenza di impegno da parte delle istituzioni, a cominciare dal Campidoglio. Eppure la cifra necessaria non era astronomica. Il problema principale è la mancanza di sponsor che non hanno voluto o potuto investire per garantire l’organizzazione dell’evento. Una questione che peraltro riguarda il ciclismo tricolore nel suo complesso. Ma a maggior ragione sarebbe stato necessario un intervento degli enti locali. Che, dati alla mano, è mancato in maniera clamorosa.
“Sarebbero bastati 50 mila euro, non di più”, ha spiegato racconta Andrea Novelli, il presidente del Velo Club Primavera Ciclistica di Roma, la società organizzatrice del Gp Liberazione, competizione nata nel 1946 come simbolo della rinascita della Capitale e dell’intero Paese. La corsa è stata, almeno fino al 2016, uno dei grandi appuntamenti nel calendario degli under 23. Nell’albo d’oro figurano infatti ciclisti attualmente professionisti come Manuele Boaro, Sacha Modolo e Matteo Trentin. Lo scorso anno ha trionfato Vincenzo Albanese, poi contrattualizzato dai big con la Bardiani. E che dire poi degli anni Novanta? Anche Gianni Bugno, vincitore tra le tante cose di un Giro d’Italia e di due Mondiali, ha messo la sua firma sul Gp Liberazione.
Insomma, la storia della corsa, oltre al significato, avrebbe meritato maggiore attenzione. “Invece ci ritroviamo a dover dare questa terribile notizia”, ha detto Novelli. “Nessuno si è fatto avanti, né la Federazione, né gli enti locali. Arrivano solo ora le telefonate “eh, potevi dirmelo”, è tardi, è tardissimo ormai, non c’è più tempo, salutiamo questa morte con dolore”, ha aggiunto. Anche se ha confermato la volontà di andare avanti: “Speriamo che si rimedi nel 2018”.