Chi si aspettava che la polemica sarebbe nata e morta lì si sbagliava di grosso. Se si può il day after della polemica tra il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e il procuratore di Torino, Armando Spataro, ha effetti persino sul tavolo di Palazzo dei Marescialli. Come si ricorderà il leader leghista aveva due giorni fa twittato complimentandosi con l’operazione della Procura di Torino che ha portato all’arresto di 15 mafiosi nigeriani. Ma nel comunicato del capo dell’ufficio inquirente piemontense si stigmatizzava il tweet con cui Salvini annunciava l’operazione contro la mafia nigeriana, in quel momento ancora in corso. Il leader della Lega aveva reagito invitando il magistrato ad andare in pensione, cosa che avverrà effettivamente tra pochi giorni.
Nonostante i due diretti interessati ieri abbiano sottolineato come per entrambi il caso sia bello che chiuso, pare non esserlo per il Csm. Da una parte c’è la nota dei consiglieri della corrente tradizionalmente di destra, ma che è stata guidata per anni da un magistrato ora eletto in Parlamento dal Pd. Dall’altra ci sono le toghe storicamente di sinistra. I primi considerano “inusuale” il comunicato di replica del procuratore di Torino al ministro dell’Interno. I secondi, invece, chiedono formalmente l’apertura della pratica a tutela del capo dell’ufficio inquirente piemontese. E chiamano in causa l’Anm, che subito dopo invita tutti “ad abbassare i toni”.
Il plenum di Palazzo dei Marescialli doveva occuparsi anche di questo: prendere visione delle candidature arrivate per succedere a Spataro sulla poltrona di procuratore capo di Torino. Lo scontro tra il magistrato e il titolare del Viminale, però, ha animato il Csm. Il Comitato di presidenza ha trasmesso la richiesta di apertura della pratica a tutela di Spataro, presentata dai consiglieri di Area, la corrente di sinistra delle toghe. Spetterà ora alla prima commissione, presieduta dal laico di Forza Italia, Alessio Lanzi, valutare se ci sono i presupposti per l’intervento del Csm a difesa del procuratore. Proprio Lanzi era intervenuto in apertura del plenum per attaccare un consigliere togato di Area, Giuseppe Cascini. Il motivo? Il magistrato aveva attaccato Salvini.
Nell’attesa di vedere cosa farà Lanzi, a smarcarsi sono i consiglieri di Magistratura indipendente, corrente tradizionalmente di destra e che, non a caso, difende Salvini. “È quantomeno inusuale che un procuratore della Repubblica rivolga, con un comunicato stampa, inviti al Ministro dell’Interno sulle modalità di comunicazione ovvero ad assumere maggiori informazioni sulle operazioni del suo dicastero”. A cercare di trovare un punto di soluzione è stato, invece, il ministro Alfonso Bonafede, secondo cui “c’è stato un corto circuito comunicativo”. Per il resto, però, il ministro sottolinea di “non mettere in dubbio che il procuratore Spataro abbia detto che c’era stato un rischio” e di “non mettere nemmeno in dubbio che il ministro Salvini non volesse assolutamente precludere il buon esito delle operazioni in corso”.