Il tempo sta per scadere e sulla Lombardia incombe ancora una volta l’incubo per i tanti cittadini che sono rimasti – o presto rimarranno – senza il proprio medico di base. La Regione ha riaperto i termini per il reclutamento di specialisti di medicina generale dal 28 giugno al 18 luglio, ma difficilmente si riuscirà a coprire tutti i posti vacanti. I posti ancora disponibili sono, infatti, quasi 900 e sono quelli rimasti ancora vacanti dopo che in marzo era partito il reclutamento di 1.272 medici di base, appello al quale avevano risposto soltanto in circa 400.
Al bando per il reclutamento di 1.272 medici di base hanno risposto in 400. La Regione Lombardia costretta a riaprire i termini
Il problema riguarda tutte le Ats, le aziende territoriali della salute, ma ad essere in maggior sofferenza è l’Ats dell’Insubria, che comprende Varese, città del governatore lombardo Attilio Fontana: qui rimangono scoperti ancora 212 posti. Sono 110 i posti vacanti nell’Ats Brianza (Monza) e 11 nell’Ats Valpadana (Cremona e Mantova). Nel bando pubblicato a marzo Regione Lombardia aveva anche individuato un bisogno di guardie mediche (incarichi di assistenza primaria ad attività oraria ) in 40.759 ore. Qui il flop è stato ancora più clamoroso, dato che ne restano da coprire 38.638, di cui 15mila ore nella sola Ats Milano.
Secondo un calcolo del capodelegazione Pd in commissione sanità del Consiglio regionale, Carlo Borghetti, i lombardi privi di medico di base sarebbero circa 1 milione e mezzo. “Fontana e Bertolaso, come Gallera e Moratti prima”, dice Borghetti, “non sono riusciti a correggere una situazione che vede la Lombardia ultima tra le regioni italiane. Le ricette ci sarebbero: equiparare la borsa di studio per gli specializzandi in medicina generale a quella degli specializzandi ospedalieri e sostenere l’inserimento dei giovani medici soprattutto nei territori più carenti e più bisognosi fornendo loro gratuitamente i locali per l’ambulatorio, anche nelle case di comunità, e dando contributi per personale infermieristico e di segreteria.
Sono interventi che la Regione può fare, se lo vuole, ma deve convincersi che la medicina territoriale, a partire dai medici di medicina generale, è fondamentale per la salute dei cittadini”. In Lombardia, secondo il rapporto Crea (Centro per la ricerca economica applicata in sanità), il numero di medici di base massimalisti, cioè con oltre 1.500 assistiti, è in continua crescita da un decennio. E mentre in Italia ci sono in media 30 medici di base ogni diecimila residenti oltre i 65 anni, in Lombardia nell’ultimo decennio sono passati da circa 33 a circa 26 ogni diecimila abitanti.
Sul fronte sanità lombarda da registrare altre due notizie. La prima è la bocciatura del Consiglio regionale (42 voti contro, 21 a favore e 5 astenuti) della mozione “Nomine dei Direttori Generali della sanità regionale” attraverso la quale il Movimento Cinque Stelle chiedeva di impegnare la Giunta “ad adottare per la future nomine dei Direttori di Ats, Asst e Agenzie criteri obiettivi e meritocratici che fossero svincolati da valutazioni di tipo politico, ma che siano invece improntati alla valutazione del merito, delle competenze, dei titoli”.
La seconda è l’assessore Guido Bertolaso che smentisce se stesso sul Cup unico, l’agenda con tutti gli appuntamenti per visite ed esami offerti dal servizio sanitario lombardo, che non sarà operativo alla fine di quest’anno. La gara partirà i primi di settembre e i risultati di aggiudicazione arriveranno a cavallo tra fine 2023 e inizio 2024. “Sulle tempistiche è vero, mi sono sbagliato” ha commentato in Consiglio regionale l’assessore al Welfare, che recentemente aveva fatto sapere che c’erano possibilità di vedere operativo il Cup unico già entro la fine del 2023.