di Stefano Sansonetti
Il buco è arrivato alla bellezza di 200 milioni di euro. Una doccia gelata, l’ennesima, per il destino di un’opera pubblica che proprio non riesce a trovare pace. In base alle ultime ricognizioni è raddoppiata la cifra che serve a ultimare la Nuvola, il nuovo centro congressi di Roma progettato dall’archistar Massimiliano Fuksas. Da qualche giorno, dalle parti del comune di Roma, sta circolando un appunto a dir poco inquietante, con dentro una delle più pesanti eredità che cadranno sul groppone del prossimo sindaco. I conti aggiornati, che in comune si tengono ancora chiusi nel cassetto, dicono che all’appello mancano 160 milioni per finire la struttura vera e propria. Una cifra nettamente superiore rispetto ai 100 milioni di cui si era parlato finora. Ma poi si devono aggiungere altri 40 milioni relativi ai parcheggi, altra spada di Damocle che pende minacciosa sul futuro dell’area. A meno che, questa è la speranza, si riesca a “sbrigare” la questione dei parcheggi attraverso il meccanismo del project financing, ovvero l’intervento di privati che mettono risorse ma che in cambio hanno in gestione l’opera.
Certo non c’è pace per Eur spa, la società al 90% del Tesoro e al 10% del comune di Roma, oggi guidato dal sindaco Gianni Alemanno, che detiene i terreni sui cui sta sorgendo faticosamente la Nuvola. Dopo la tempesta giudiziaria che ha investito il precedente ad, Riccardo Mancini, finito nell’inchiesta per l’affaire filobus, la società si trova ancora oggi senza una guida operativa. Poco più di un mese fa, infatti, il Tesoro aveva provveduto a nominare nuovo ad Massimo Varazzani, che è anche amministratore delegato di Fintecna, la holding del Tesoro recentemente acquisita dalla Cassa depositi e prestiti. Qualche giorno fa, però, Varazzani ha preferito lasciare l’incarico. Un duro colpo, se vogliamo, per chi credeva che il manager, ex ad della Cassa depositi, potesse essere un buon viatico per l’erogazione di un finanziamento da parte della stessa Cdp. Il fatto è che in Eur spa, presieduta da Pierluigi Borghini, i problemi sono tali e tanti che ancora adesso è difficile vedere la luce in fondo al tunnel. L’obiettivo di recuperare almeno 100 milioni di euro dalla vendita della Lama, ovvero l’hotel extralusso che sta venendo su proprio accanto alla Nuvola, si è rivelata finora una pia illusione. Qualche manifestazione d’interesse c’è stata, ma per il momento nulla di concreto. E così il nuovo centro Congressi, alla cui costruzione sta attendendo il gruppo Condotte della famiglia Bruno, continua a inanellare un ritardo dietro l’altro. E pensare che il primo bando di gara risale alla giunta di Walter Veltroni.
@SSansonetti