“Sono i numeri a parlare”, scrive Fratelli d’Italia. “Con il governo Meloni stiamo cambiando l’Italia”, è il senso del post del 26 agosto del partito guidato da Giorgia Meloni. Con tanto di grafiche che dovrebbero raccontare i “successi” e i “nuovi primati” raggiunti dall’Italia grazie al governo. Eppure, come evidenzia Pagella Politica, Fratelli d’Italia tende a gonfiare i dati e soprattutto i meriti dell’esecutivo. I numeri vengono “usati da Fratelli d’Italia per dare un quadro distorto della realtà”.
I presunti successi economici per Fratelli d’Italia
Partiamo dal primo punto analizzato da Pagella Politica: l’evasione fiscale. Fratelli d’Italia scrive che nel 2023 si è registrato un significativo incremento delle entrate fiscali, con “4,5 miliardi in più” rispetto al 2022. Il merito viene dato alla riforma fiscale del governo che, però, non c’entra nulla. L’Agenzia delle Entrate, infatti, spiega che i 4,5 miliardi raccolti in più con il contrasto all’evasione derivano per 4,1 dalla rottamazione quater, ovvero un condono. E una misura già introdotta in passato e copiata dal governo. Inoltre la riforma fiscale non ha avuto alcun effetto, se pensiamo che i primi decreti attuativi sono arrivati solamente a dicembre 2023, senza tempo per vedere gli effetti.
Passiamo poi al commercio internazionale, con Fdi che segnala nel 2023 il “record storico nelle esportazioni, con vendite per 666 miliardi”. Ma le elaborazioni dei dati Istat fatte dall’Osservatorio economico del ministero degli Esteri dicono cose diverse: nel 2023 le esportazioni hanno raggiunto quota 626 miliardi, una quota più alta solo di 9 milioni rispetto al 2022, tanto che la variazione viene considerata nulla. E dal 2014 la cifra è sempre aumentata anno per anno, con l’unica eccezione della pandemia nel 2020. Tra l’altro i numeri sono “il risultato di una riduzione dei volumi, a fronte di un aumento dei prezzi”.
Quindi l’export non è aumentato, anzi. Infine, le diseguaglianze: il tasso usato da Fratelli d’Italia è l’indice di Gini, “passato dal 31,9% al 31,7%”. Insieme al rischio di povertà sceso dal 20% al 18,8%. Il rapporto Istat si basa però su tre misure: assegno unico, Reddito di cittadinanza e taglio del cuneo fiscale. Tutte introdotte dal governo Draghi, anche se Meloni ha aumentato gli investimenti per l’assegno unico e il taglio del cuneo. Ma cancellando il Reddito. Quindi la riduzione a cui fa riferimento FdI vale solo per queste tre misure, su cui non c’è alcun particolare merito del governo.
Le rivendicazioni sulla giustizia
Altro capitolo è quello della giustizia, con uno sbandierato “miglioramento del sistema giudiziario”, attraverso la riduzione “delle pendenze che nel settore civile è pari al 4,8%”. Dati confermati dal ministero della Giustizia, ma ciò che non viene detto è che dal 2011 il calo delle pendenze è costante ed è quindi in atto da tempo, non dall’arrivo del governo Meloni. Infine la corruzione, che secondo FdI è in discesa. Ma lo stesso partito di Meloni parla di dati secondo cui dal 2004 al 2023 la concussione è scesa del 55,8%, i reati corruttivi del 50,5% e i casi di peculato del 5,8%.
Ecco, come dice lo stesso post però, questi dati riguardano un periodo di venti anni, in cui solo nell’ultimo anno Meloni era al governo. Insomma, questi dati poco hanno a che fare con l’operato dell’esecutivo attualmente a Palazzo Chigi. E la conclusione è semplice: Fratelli d’Italia tende a gonfiare, oltre che a interpretare a proprio piacimento, le cifre sull’economia e sulla giustizia in Italia per rivendicare meriti che non sono invece ascrivibili al governo Meloni.